Svizzera

"La pandemia non è finita"

Ignazio Cassis spiega le ragioni che hanno portato il Consiglio federale a prevedere la fine dei provvedimenti speciali adottati contro il Covid

  • 2 febbraio 2022, 19:21
  • 24 giugno 2023, 09:31

SEIDISERA 18.00 del 02.02.22: l'intervista a Ignazio Cassis di Anna Riva

RSI Info 02.02.2022, 19:10

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Di: Diem/SEIDISERA

Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis annunciando la fine dell'obbligo del telelavoro e delle quarantena nonché la messa in consultazione della revoca di tutte le restrizioni non ha nascosto la sua soddisfazione per l'evoluzione della situazione in Svizzera. Al Paese ha detto: "oggi è una bella giornata". Un entusiasmo però solo in parte condiviso da diversi esperti che invitano alla prudenza mentre si registrano 40'000 contagi al giorno, ci sono 2'000 ricoverati negli ospedali e 11 persone muoiono di Covid-19 quotidianamente.

Il messaggio che viene recepito dalla popolazione, si sostiene, è che la pandemia sia finita. E se non lo è oggi, lo sarà tra due settimane quando potrebbero cadere tutte le restrizioni e finire la situazione particolare in cui la Svizzera si trova dal 19 giugno 2020 quando finì la situazione straordinaria che aveva. Ma davvero il Governo ritiene che la pandemia sia finita? "Qualcuno potrebbe forse capirlo così - riconosce Ignazio Cassis in un'intervista concessa alla RSI -, ma in realtà il Consiglio federale ha fatto un'analisi molto serena e seria della situazione e ha valutato l'evoluzione a questo punto come molto incoraggiante e quindi messo in consultazione una serie di allentamenti delle misure che erano state adottate in passato. Siamo convinti che tutti gli indicatori e le caratteristiche che adesso abbiamo davanti agli occhi ci convincano della necessità di andare in questa direzione".

Ignazio Cassis: "vediamo la luce all'orizzonte"

TG Speciale del 02.02.22 02.02.2022, 15:52

L'analisi dei rischi fatta a Berna porta a ritenere che il sistema sanitario svizzero non rischi il collasso a causa della diffusione della variante Omicron. Il Consiglio federale si è comunque riservato due settimane di tempo per verificare l'evoluzione della situazione ponendo in consultazione un pacchetto con due varianti sul quale deciderà il 16 febbraio. "Se continuerà a evolvere come ci aspettiamo saremo ancora più sicuri naturalmente della decisione", afferma l'ex medico cantonale ticinese secondo il quale è vicino il momento in cui la Svizzera potrà tornare a vivere in regime ordinario, in situazione normale. "Dopo due anni di pandemia sembra effettivamente che possiamo fare un passo indietro e lasciare gestire il virus, che continuerà naturalmente a esistere nelle famiglie e nella nostra popolazione, attraverso il normale sistema sanitario e pilotato soprattutto dai cantoni".

La revoca dei provvedimenti, secondo il presidente della Confederazione, permetterà anche di superare le tensioni sociali manifestatesi negli ultime mesi. Ma il cambiamento non sarà immediato e l'attenzione, assicura Ignazio Cassis, resterà alta, così come resterà alta per quanto riguarda la disponibilità di risorse e la raccomandazione della vaccinazione. Perché, come afferma il consigliere federale ticinese, "non possiamo escludere che in autunno possa arrivare una nuova variante del virus".

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