Se i pazienti (in particolare in Ticino) piangono, la reazione degli ospedali di fronte al rincaro dei premi di cassa malati è anche negativa: “Come associazione degli ospedali svizzeri naturalmente prendiamo atto con grossa preoccupazione di questo ennesimo aumento, che avviene in una situazione finanziaria per gli ospedali abbastanza drammatica. Il 50% delle strutture svizzere - ricorda Alessandro Bressan, membro di comitato di H+ - opera in cifre rosse”.
L’associazione degli ospedali svizzeri riconosce il peso delle cure ospedaliere nella fattura sanitaria. “Sappiamo che contribuiamo per circa un terzo ai costi - dice ancora Bressan -. Sentiamo la pressione di doverli ridurre. D’altro lato vorremmo trasferire sempre di più attività dal settore stazionario a quello ambulatoriale, dove però le tariffe sono ancora insufficienti. C’è infatti una sottocopertura di circa il 20%”. La richiesta di H+ è di aumentare le tariffe del 5%.
La ricetta delle casse malati
Da parte sua prio.swiss, l’associazione degli assicuratori malattia svizzeri, sostiene che l’aumento dei premi riflette l’andamento dei costi sanitari e il continuo ampliamento delle prestazioni a carico dell’assicurazione obbligatoria. Una correzione potrebbe riguardare, per esempio, la psicoterapia praticata dagli psicologi e i medicamenti anti obesità, il margine di manovra per sfruttare il potenziale di efficienza nel settore ci sarebbe, evidenzia il vicedirettore Marco Romano. “Noi crediamo fortemente alla digitalizzazione, crediamo nelle cure ambulatoriali. Qui sempre di più si potrà fare meno in ospedale e di più in ambulatorio, con dei costi base più ridotti. Vediamo margine nei prezzi dei medicamenti, vediamo un margine nella pianificazione ospedaliera dei cantoni. Se si va verso l’ambulatoriale, serviranno ospedali per lo meno diversi, con meno letti, con meno degenza”.
Le casse malati possono aiutare i loro assicurati a risparmiare qualcosa. “Oggi - osserva Romano - tutti gli assicuratori offrono modelli alternativi. Si cede un po’ della propria libertà, ma si viene accompagnati con il medico di famiglia, la telemedicina. Vogliamo anche valorizzare il ruolo dei farmacisti, come primo punto di contatto, evitando che si vada sempre al pronto soccorso”.
Il poco invidiabile primato ticinese
Con l’aumento più marcato, il Ticino conquista il poco invidiabile primato di cantone con i premi di cassa malati più cari in assoluto, scavalcando Ginevra. Nel 2024 nel cantone italofono sono stati spesi oltre due miliardi per la sanità coperta dalla LaMal. Di questi, come riassunto dal giornalista di SEIDISERA Marcello Ierace, il grosso è per gli ospedali con 700 milioni tra ambulatoriale e stazionario. Mezzo miliardo è destinato ai medici e 375 milioni ai farmaci. Tra le voci più importanti ci sono anche le case anziani con 150 milioni, ma anche i servizi di fisioterapia, dove si è speso oltre 100 milioni di franchi.
De Rosa: “Possibile influenza sulla votazione”
“La spesa determina i premi e quello che osserviamo nel nostro Cantone è una crescita superiore alla media in tutti i comparti”, dice a SEIDISERA Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento sanità e socialità. “Questo è dato dalla forte densità di fornitori di prestazione in tutti gli ambiti di spesa e anche a consumi e da volumi che sono superiori alla media. Le regole sono federali, i Cantoni hanno dei margini limitati, ma noi li sfruttiamo appieno e interveniamo con decisione e tempestivamente”.
In Ticino domenica si voterà su due iniziative strettamente legate al tema, tra cui quella socialista che fissa un tetto al 10% del reddito. Anche De Rosa non esclude che la “stangata” odierna possa avere un impatto sul risultato: “È possibile che abbia un’influenza - dice il direttore del DSS -. Quello che è importante ricordare è che a seguito di questo aumento dei premi per il 2026, il sistema RIPAM ticinese prevede già un adeguamento automatico dei sussidi di 30 milioni in più. E crescerà fino a circa 460 milioni qualora venisse accolta la proposta del 10%. Sappiamo che occorrerà garantirne il finanziamento in un contesto di finanze cantonali molto fragili e quindi occorrerà agire in maniera molto forte sulla leva fiscale e anche procedere a dei tagli di servizi essenziali”.
ACSI: “Pazienti responsabili, ma...”
Una fetta di responsabilità sul consumo di sanità ce l’hanno anche i cittadini, ma con un’avvertenza, dice Antonella Crüzer, segretaria generale dell’ACSI, l’associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana: “Da tempo portiamo avanti la responsabilizzazione dei pazienti, informandoli, cercando di sostenerli e sensibilizzarli, ma non va bene colpevolizzare”. L’ACSI “è sicuramente consapevole del margine che può avere il paziente nelle sue scelte”. E aggiunge: “Dobbiamo renderci conto che il Ticino è uno dei cantoni con l’offerta sanitaria più elevata e con una miriade di prestazioni. Anche i pazienti sono ovviamente responsabili”, ma dovrebbero avere “di fronte dei medici che hanno il tempo di ascoltarli”.
Denti frena: “I medici hanno già dato”
Anche i medici sono chiamati a fare la loro parte. Una categoria che, secondo Franco Denti, presidente dell’ordine, ha però già fatto abbastanza: “Abbiamo già dato - premette ai microfoni della RSI -. Ancora recentemente abbiamo subito una pianificazione ospedaliera in medicina ambulatoriale. Collaboriamo e collaboreremo sempre con il Cantone, ma posso fare un esempio molto onesto: ho iniziato a lavorare come medico di famiglia nel 1996 quando il valore del punto era di 1,20 franchi. Trent’anni dopo lavoro per 93 centesimi. Si è già vista una professione dove il salario si riduce con il passare degli anni? I medici, lo ribadisco, hanno già dato”.
SEIDISERA del 23.09.25, le reazioni all’aumento dei premi