La Svizzera resta ferma al 9° posto nella classifica annuale di Reporter Senza Frontiere (RSF) sulla libertà di stampa. Secondo l’ONG la pressione economica esercitata sui media praticamente in tutto il mondo rappresenta una grave minaccia per la libertà di stampa, Confederazione compresa.
“La libertà di stampa non è mai stata così minacciata come quest’anno”, ha scritto RSF in un comunicato stampa. È la prima volta che l’ONG definisce “difficile” la situazione della libertà di stampa a livello mondiale. In quasi il 90% dei Paesi analizzati da RSF (160 su 180), i media non sono più in grado di raggiungere una stabilità finanziaria a lungo termine. E in quasi un terzo dei Paesi del mondo sono costretti a chiudere.
Forte peggioramento negli USA
Per la prima volta nella storia della classifica, le condizioni di esercizio del giornalismo sono scarse nella metà dei Paesi del mondo e soddisfacenti in meno di uno su quattro. La situazione è giudicata addirittura “molto grave” in 42 Paesi.
La situazione è particolarmente peggiorata negli Stati Uniti, scivolati dal 55° al 57° posto della classifica. Vaste regioni si stanno trasformando in un deserto informativo a causa della depressione economica, scrive RSF.
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Pressione anche sulla Svizzera
Come detto la Svizzera si trova al nono posto, come l’anno scorso. La libertà di stampa è descritta come “abbastanza buona”, ma la pressione economica si fa sentire anche sui media svizzeri.
La situazione è “tesa” in molte redazioni. “I media indeboliti sono preda di decisori politici, oligarchi e autocrati”, afferma Denis Masmejan, segretario generale di RSF Svizzera. Qualsiasi forma di sostegno ai media deve quindi essere accompagnata da garanzie rigorose che impediscano alle autorità pubbliche di influenzare i contenuti editoriali, sottolinea.
L’ONG deplora anche le persistenti lacune legislative, come la legge sulle banche, che punisce la pubblicazione di informazioni protette dal segreto bancario. Deplora inoltre la mancanza di regolamentazione delle principali piattaforme online in Svizzera.
Norvegia prima per la nona volta consecutiva
Il gruppo in cima alla classifica - i Paesi in cui la situazione è giudicata “buona” - si sta riducendo sempre più. Ora ci sono solo 7 Paesi in questo gruppo, rispetto agli 8 del 2024.
La Norvegia è in cima alla lista per il nono anno consecutivo, davanti a Estonia, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Danimarca e Irlanda. L’Eritrea è ultima, preceduta da Corea del Nord, Cina e Siria. RSF rileva un divario sempre più ampio tra l’Europa occidentale e il resto del mondo.
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