No ai tagli annunciati al programma nazionale di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. È la richiesta fatta oggi (martedì) su Piazza Federale a Berna da Salute Sessuale Svizzera a nome della “Coalizione per una politica sanitaria responsabile”, che riunisce 48 organizzazioni del settore.
In Svizzera da quarant’anni si punta su programmi di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, piani che si sono rivelati efficaci. Nel 2023, il Consiglio federale si è inoltre posto l’obiettivo di fermare la trasmissione dei virus dell’HIV e dell’epatite B e C entro il 2030. Obiettivo messo però in discussione dai tagli annunciati all’Ufficio federale della Sanità Pubblica (UFSP) lo scorso febbraio. Tagli considerati insensati dalla coalizione.
“Spendere nella prevenzione permette di evitare costi più importanti: curare una persona affetta da HIV costa ad esempio un milione di franchi, tutti soldi che incidono sui costi della salute – spiega al Telegiornale la presidente di Salute Sessuale Svizzera Léonore Porchet –. Prevenire permette prima di tutto di far sì che le persone restino in buona salute, e sul lungo periodo si risparmia”.
L’azione di oggi su Piazza Federale chiede quindi al Parlamento di intervenire, ma secondo il consigliere nazionale ticinese Alex Farinelli (PLR) la destinazione della richiesta è errata: “Il problema è che la protesta non va indirizzata al Parlamento, ma all’Ufficio federale della Sanità Pubblica che non ha un problema di budget, perché già solo tra il 2025 e il 2026 questo ufficio riceverà 22 milioni in più. Ho piena comprensione per chi protesta oggi, ma il Parlamento non ha deciso di tagliare questi programmi, ha dato semplicemente all’UFSP il compito di impiegare meglio le sue risorse. L’ufficio dovrebbe quindi operare dei tagli al loro interno, ma non su questi programmi che sono estremamente importanti.”
Eppure, nel suo comunicato di febbraio, l’Ufficio federale della Sanità Pubblica ha annunciato di dover risparmiare, dal 2026, 11 milioni di franchi all’anno. Salute Sessuale Svizzera chiede che questo non avvenga a spese di una prevenzione importante per tutta la popolazione.

La lotta alle malattie sessualmente trasmissibili
Il Quotidiano 01.12.2024, 19:00










