A un mese dalle elezioni federali il tema dell’immigrazione ha visto contrapposte, mercoledì, destra e sinistra in un “dibattito straordinario” al Consiglio nazionale. Con alterni esiti per le ricette esaminate.
La Camera ha infatti sostenuto una mozione del PLR che mira a colpire l’immigrazione secondaria in Svizzera da Paesi considerati sicuri. In pratica è passata la richiesta di intervenire contro gli arrivi da un Paese considerato sicuro, dove il richiedente asilo ha risieduto per un lungo periodo. Il Consiglio federale dovrà adottare misure bilaterali e porre fine a questi movimenti. Una decisione di non entrata in materia dovrebbe essere data sistematicamente anche a chi proviene da un Paese terzo sicuro, presentando una domanda d’asilo. “La Svizzera deve accogliere e proteggere chi ne ha veramente bisogno”, ha dichiarato Damien Cottier (PLR/NE).
Respinte le altre mozioni
“L’immigrazione proveniente soprattutto dall’Europa compensa la penuria di forza lavoro indigena, sempre più anziana, mentre lo spostamento delle procedure di asilo in Paesi extra europei è inattuabile”. È forte di questa riflessione, sviluppata al Consiglio degli Stati dalla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, che il Nazionale ha respinto nettamente due mozioni di Marco Chiesa (UDC/TI) su immigrazione e asilo (29 voti a 9 e 30 voti a 8).
Secondo Chiesa la Svizzera deve riprendere in mano la migrazione, non “subirla”, per evitare il “collasso” del Paese e un deterioramento a medio termine della qualità di vita dei residenti.
La Camera bassa avrebbe dovuto occuparsi anche delle mozioni del Centro, dei Verdi liberali (PVL) e del PS che chiedevano ulteriori aiuti umanitari per l’Ucraina. Ma sono state rinviate in commissione con 96 voti contro 85 per “chiarimenti giuridici”.