Due giorni fa, il 29 agosto, la Confederazione ha comunicato che un mezzo per lo sminamento telecomandato è pronto per essere inviato in Ucraina che, con la guerra, si trova confrontata con il problema di vaste aree disseminate di cariche esplosive.
Una comunicazione che è stata accompagnata da una serie di questioni, prima fra tutte, come giustificare questo dono dal valore tra i 100'000 e i 200'000 franchi in una zona di guerra. Perché proprio le mine distribuite nei campi dall'esercito russo sono uno degli ostacoli principali per fanteria e carri armati ucraini nel tentare di recuperare i territori occupati.
Concedere l'impiego del veicolo svizzero in queste zone secondo i parametri attuali, non sarebbe compatibile con la neutralità. E così il Dipartimento della difesa fa sapere alla RSI che nel contratto di donazione il servizio d'aiuto in caso di catastrofe ucraino si impegna a utilizzare il veicolo solo per scopi umanitari e non al fronte, quindi senza sfruttarlo per trarne vantaggi militari.
Inoltre, il mezzo donato è molto lento e non corazzato, quindi inefficace in una situazione di combattimento. Lo sminamento in Ucraina resterà un'enorme sfida anche anni dopo la fine del conflitto. Il Dipartimento delle Difesa svizzero valuta ulteriori aiuti.

I macchinari svizzeri per lo sminamento
Telegiornale 10.07.2022, 20:00