Il consigliere federale Albert Rösti prosegue martedì la sua visita di due giorni in Norvegia. In particolare, il ministro dell’Ambiente intende approfondire la cooperazione bilaterale sullo stoccaggio della CO2.
Infatti, è prevista la firma di un accordo bilaterale in questo settore e nella giornata odierna ha avuto modo di visitare aziende attive nell’estrazione e nello stoccaggio di CO2. Va ricordato che quello analizzato da vicino dal consigliere federale è uno dei primi impianti di stoccaggio dell’anidride carbonica in Europa. L’accordo tra Berna e Oslo punta a far arrivare anche la CO2 elvetica a questa struttura all’avanguardia.
Secondo quanto ha spiegato Albert Rösti al Telegiornale della RSI, “lo stoccaggio inizierà quest’estate. È molto importante per noi sapere che, in futuro, avremo la possibilità di immagazzinare la CO2. Anche se l’obiettivo, sia ben chiaro, rimane quello di ridurne la produzione”.
Infatti, entro i prossimi 25 anni, la Confederazione elvetica dovrà ridurre a zero le proprie emissioni di gas serra. Ma in alcuni casi - per esempio per l’industria del cemento, l’agricoltura o l’aviazione - sarà molto difficile raggiungere tale soglia. Da qui deriva l’idea di immagazzinare i gas serra all’estero.
Paolo Piffaretti, CEO di ClimeFi – azienda che è il principale gestore di portafoglio globale per gli asset di rimozione permanente del carbonio – spiega in merito che “un intero settore si sta sviluppando. La posta in gioco è altissima! Occorre che politica, pubblico e privato lavorino insieme. Vedere che qui, questi attori si stanno organizzando per trovare una soluzione per stoccare CO2 in modo sostenibile e competitivo è affascinante. E molto promettente”.
Gli fa eco Jostein Tegle, direttore marketing di Northern Lights, società che ha sviluppato la prima infrastruttura open-source al mondo per il trasporto e lo stoccaggio dell’anidride carbonica: “Abbiamo appena deciso nuovi investimenti. Ma le nostre capacità di stoccaggio sono molto grandi, siamo pronti ad accogliere ulteriori clienti”. L’azienda, infatti, alla luce del fatto che negli ultimi mesi le richieste da parte degli operatori europei sono esplose, si sta adattando di conseguenza.
È d’altronde vero che se società come Northern Lights hanno come obiettivo l’aiutare gli emettitori di gas serra su larga scala a impedire che le emissioni non evitabili raggiungano l’atmosfera e fornire un’opzione di stoccaggio sicuro e permanente per la CO2 rimossa, va rilevato che di siti come questo ne servirebbe un gran numero in tutto il mondo. Infatti, la capacità di stoccaggio totale in un anno qui in Norvegia può raggiungere i cinque milioni di tonnellate di CO2, il che equivale ad appena lo 0,01% delle emissioni mondiali di questo gas.
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