Svizzera

Se gli acquazzoni mandano in tilt i depuratori

La depurazione delle acque di scarico può diventare problematica in caso di forti piogge, caratteristiche di questa stagione

  • 2 agosto, 21:19
  • 3 agosto, 09:45

Maltempo e acque reflue, come evitare l'inquinamento

SEIDISERA 02.08.2024, 18:28

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Di: SEIDISERA/pon

Il trattamento delle acque reflue in Svizzera è normalmente di qualità, ma per quanto migliorato negli ultimi anni, il sistema ha ancora delle imperfezioni: le abbondanti precipitazioni mettono sotto pressione gli impianti di depurazione, e parte delle acque non trattate finisce direttamente in fiumi e laghi.

“La quantità di acqua da gestire durante le forti piogge raddoppia”, dice Alexander Kleiner, direttore del depuratore di Buholz, che a Emmen tratta gli scarichi di più di 180’000 persone nel canton Lucerna, dell’agricoltura e di diverse aziende della zona. Nessun problema con tempo asciutto o precipitazioni moderate, ma “un centinaio di volte all’anno il sistema non ce la fa e dobbiamo scaricare le acque reflue direttamente nel fiume Reuss”, ammette Kleiner. Questo vuole dire che batteri, virus e altre sostanze finiscono nelle acque balneabili causando potenziali rischi per la salute, soprattutto se ingerite.

Succede anche in Ticino: “Quest’anno le precipitazioni sono state molto frequenti e importanti e per questo abbiamo avuto un numero superiore alla media di scarichi”, conferma Daniele Managlia, direttore del consorzio di depurazione Mendrisio e dintorni. Una regione colpita a inizio luglio da un importante nubifragio. Anche nel caso di Mendrisio “l’ordine di grandezza è quello”, “nella media pluriennale siamo sui 70-80 eventi all’anno”. Non dà cifre Francesco Poretti, suo omologo a Lugano, ma la prassi è la medesima. Il problema per la balneabilità nel Golfo di Agno “è relativizzato trattandosi di episodi puntuali”. La balneazione nel caso di consorzio di Mendrisio “potrebbe non essere garantita subito a ridosso di un evento”, ma dal giorno dopo “i parametri rientrano” e i controlli del Cantone confermano che “da almeno un paio di decenni non ci sono limiti nei lidi” della regione. Le conseguenze sono piuttosto per la salute di fiumi e laghi, per questi scarichi contengono azoto e fosforo.

Una possibile soluzione è quella di aumentare il numero di bacini di contenimento, almeno laddove possibile. In Ticino ci sono margini. A Buholz è in costruzione un nuovo bacino di raccolta per le acque reflue, in modo da ridurne la frequenza di scarico nel fiume. Oppure, mettendo mano all’intero sistema, acque piovane e reflue scorrerebbero in tubi diversi. Un’operazione molto costosa.

Non potendo però essere garantita una protezione assoluta, ovvero che acque non trattate prima o poi finiscano in fiumi o laghi, sta anche ai bagnanti, soprattutto dopo piogge intense, informarsi presso le autorità e evitare le zone con acque marroni.

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