Svizzera

Servizio civico e iniziativa per il futuro verso un doppio no

Dal secondo sondaggio gfs.bern per la SSR emerge una chiara bocciatura per entrambi gli oggetti su cui si andrà a votare tra meno di due settimane - Prevista una scarsa partecipazione

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Al sondaggio, realizzato fra il 5 e il 13 novembre, hanno risposto 12’939 aventi diritto di voto,

Al sondaggio, realizzato fra il 5 e il 13 novembre, hanno risposto 12’939 aventi diritto di voto,

  • Keystone
Di: Spi 

A meno di due settimane dalla votazione federale del 30 novembre si è decisamente ampliato il fronte dei contrari all’iniziativa per il futuro, lanciata dai giovani socialisti (GISO) con l’obiettivo di finanziare la politica climatica attraverso una tassa sulle grandi successioni e donazioni. Se si fosse andati alle urne lo scorso 8 novembre, il 68% dei votanti avrebbe votato no, a fronte di un 30% di favorevoli

Il secondo sondaggio realizzato dall’istituto gfs.bern per conto della SSR mostra che il vantaggio acquisito sul campo avverso è ormai di 38 punti, con un aumento di 11 rispetto alla prima rilevazione di inizio ottobre (i contrari sono cresciuti di circa 6 punti, mentre i favorevoli sono calati di circa 4).

Marcia verso la bocciatura anche l’iniziativa per il servizio civico, il cui esito ancora lo scorso mese appariva in stallo. Ora invece solo il 32% dei votanti (in calo di 16 punti) intende votare a favore di un servizio obbligatorio per tutti i giovani, maschi e femmine, che sia nell’esercito, nella protezione civile oppure in un servizio a beneficio della collettività e dell’ambiente. Un balzo in avanti hanno fatto i cittadini intenzionati a votare no, che sono ora il 64% (+18 punti rispetto al primo sondaggio). Su questo oggetto si è ulteriormente consolidata l’aspettativa sul possibile esito: solo il 18% dei votanti ritiene probabile un’accettazione dell’iniziativa, mentre l’82% si aspetta un rifiuto.

All’orizzonte si profila anche una scarsa partecipazione. Solo il 43% (+2%) degli aventi diritto ha detto di essere sicuro di depositare le schede nell’urna il prossimo 30 novembre. Una percentuale in lieve ripresa ma decisamente più bassa della media del 47,1% registrata negli appuntamenti alle urne dell’ultimo quindicennio.

Iniziativa per il futuro

L’intenzione generale di voto sull’iniziativa del GISO per la tassazione delle successioni appare ormai cristallizzata e i margini degli ultimi giorni di campagna ristretti: infatti solo il 2% delle persone appare ancora completamente indeciso, a fronte di un 82% ormai deciso ad esprimersi a favore o contro.

A livello partitico sono solo i Verdi e il PS a presentare una maggioranza favorevole all’iniziativa, tutti gli altri elettorati la respingono chiaramente, così come i votanti senza un’affiliazione precisa. La polarizzazione è molto marcata, con i Verdi (76% a favore) e il PLR (95% contro) che formano i due poli di opinione opposti. Anche l’UDC fa barriera con un 90% di contrari.

Il tema non ha spaccato i partiti al loro interno e non si è delineato nessun conflitto tra élite e base. Sebbene le persone giovani, di sesso femminile e quelle con un alto livello di istruzione tendano ad essere più aperte nei confronti di una tassazione delle successioni, anch’esse sono maggioritariamente contrarie all’iniziativa. Un aumento dei favorevoli si è delineato solo tra chi percepisce i redditi più bassi, sebbene il no predomini anche in questo gruppo.

Nella Svizzera italiana il sostegno mostrato all’inizio è stato spazzato via nel corso della campagna e ormai i contrari sono il 73%. Poco meno nella Svizzera tedesca (71%), mentre il no è meno netto, ma comunque chiaro, nella Svizzera francese, dove i contrari sono il 56%.

Iniziativa per il servizio civico

Anche su questo oggetto l’intenzione di voto appare ormai consolidata. Solo il 4% delle persone si è dichiarato indeciso. Lo squilibrio tra i campi si osserva anche tra chi ha ormai maturato una scelta: il 19% dei votanti si esprime chiaramente a favore di un servizio civico, mentre il 49% si dice chiaramente contro. Si equivalgono invece i fronti dei cittadini con un’opinione più sfumata: il 13% afferma di essere piuttosto a favore, il 15% piuttosto contrario.

La tendenza al no si conferma in tutti i 31 sottogruppi studiati dal sondaggio, anche se con intensità variabile. Nette differenze emergono solo a livello di preferenze partitiche, ma molto meno, e di genere.

All’inizio della campagna le linee di conflitto sull’iniziativa separavano ancora chiaramente il campo verde-sinistra dai partiti di centro-destra. Con il passare delle settimane, tra i partiti, ad appoggiare maggioritariamente il progetto sono rimasti solo i simpatizzanti del PVL. Così si è disgregato anche il sostegno, inizialmente maggioritario, presso la fascia d’età dai 18 ai 39 anni e presso le persone con un alto livello di istruzione. La tendenza al no si manifesta più nettamente nelle regioni rurali.

L’argomento dei costi è quello che, tra il primo e il secondo sondaggio, ha guadagnato di importanza (+11%). Il 70% ritiene che l’obbligo generalizzato di un servizio genererebbe costi aggiuntivi considerevoli per Confederazione e Cantoni. A livello di regione linguistica gli svizzero italiani sono i meno favorevoli.

Metodologia

Al sondaggio, realizzato fra il 5 e il 13 novembre dall’istituto gfs di Berna, hanno risposto 12’939 aventi diritto di voto, in parte telefonicamente e in parte attraverso i portali della SSR, quindi anche su RSI.CH. Il margine di errore statistico si situa tra +/- 2,8 punti percentuali.

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