In Vallese il Municipio di Leuk ha dato il via libera alla costruzione della discussa stazione terrestre Starlink con 40 antenne satellitari. Questo progetto - il primo del genere in Svizzera - si prefigge di portare Internet anche nelle zone più remote. Ma la decisione dell’Esecutivo comunale non chiude la partita: gli oppositori annunciano infatti ricorso al Consiglio di Stato vallesano.
A preoccupare gli oppositori a questo progetto - che, se realizzato, sarà uno dei più grandi in Europa - sono le radiazioni. Il gruppo di cittadini sceso in campo sottolinea soprattutto la mancanza di norme di sicurezza nazionali o internazionali per le frequenze molto più elevate utilizzate dalla tecnologia Starlink e cita anche uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato lo scorso maggio, e che rivela un aumento del rischio di cancro legato alle radiazioni ad alta frequenza.
Hanna Schnyder-Etienne, copresidente dell’associazione per la protezione dalle radiazioni satellitari nella regione di Leukerbad ha spiegato ai microfoni di RTS che “uno dei problemi è che questa stazione di terra è un’installazione ad alta tecnologia e trasmetterebbe a una potenza notevolmente superiore e in una gamma di frequenze molto più alta rispetto a una normale stazione di telefonia mobile. C’è un problema di radiazioni. Queste sono molto più elevate. Al riguardo non esiste una legge chiara, né studi adeguati e diventeremmo così delle cavie”.
Il gruppo di cittadini che si oppone al progetto Starlink ha presentato una richiesta di effetto sospensivo e sta preparando un ricorso al Consiglio di Stato vallesano contro la decisione del Municipio. Al di là delle preoccupazioni per la salute umana, ci sono timori di natura geopolitica: la stazione di terra farebbe parte di un’infrastruttura già utilizzata per scopi militari, il che potrebbe trasformare Leuk in un obiettivo strategico in caso di conflitto. Inoltre, le autorità svizzere non avrebbero alcun diritto di accesso ai dati della rete satellitare privata di Elon Musk.







