Gli studenti hanno protestato mercoledì in Svizzera contro i tagli della Confederazione nel settore della ricerca e della formazione. Oltre alla grande manifestazione organizzata in Piazza federale, a Berna, erano previste proteste anche a Zurigo, Basilea, Lucerna, Losanna, Ginevra e Neuchâtel. Nel pomeriggio è stata inoltre consegnata alla Cancelleria federale una petizione, corredata da oltre 37’000 firme. L’aumento delle tasse universitarie nei politecnici fa parte del piano del Consiglio federale per il 2027. E la riduzione dei mezzi del Fondo nazionale di ricerca potrebbe comportare la rinuncia a 500-700 progetti e alla soppressione di 1’500-2’000 impieghi.
La protesta, che riunisce studenti e ricercatori, è stata organizzata dall’Unione svizzera degli e delle universitari-e (USU) e ha l’appoggio di sindacati.
A Losanna i manifestanti hanno protestato contro il preventivo 2026, presentato una settimana fa dal Consiglio di Stato, che prevede tagli per 20 milioni di franchi per l’UNIL, una riduzione di circa il 7% del budget dell’ateneo: ne conseguirà “un indebolimento della ricerca, un degrado della qualità dell’insegnamento e della reputazione dell’UNIL in Svizzera e al di fuori”, secondo la federazione delle associazioni degli studenti dell’Università di Losanna e i sindacati vodesi, i quali lanciano un appello al Gran consiglio a respingere i tagli proposti dal governo cantonale.
Tra studenti e ricercatori la protesta cresce anche nel centro di Zurigo. I risparmi nella ricerca e nella formazione minacciano la Svizzera quale piazza scientifica, secondo il Sindacato svizzero dei servizi pubblici (VPOD/SSP). Rischiano di comportare il raddoppio delle tasse d’iscrizione, che limiterebbe l’accesso alle alte scuole.

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Notiziario 01.10.2025, 16:00
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