Svizzera

Uccisero la figlia disabile di tre anni, a processo

La bambina era affetta da una grave disabilità; i fatti risalgono al 2020 nel canton Argovia - Sul banco degli imputati anche la nonna

  • 9 settembre, 16:10
  • 9 settembre, 20:54
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Argovia, genitori a processo per l'omicidio della figlia disabile

Telegiornale 09.09.2024, 20:00

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Si è aperto oggi, lunedì, al Tribunale distrettuale di Bremgarten, nel canton Argovia, il processo nei confronti di due genitori accusati di aver ucciso la figlia disabile di tre anni. Sul banco degli imputati c’è pure la nonna, resasi complice dell’atto. I fatti risalgono al 7 maggio del 2020 quando la piccola venne trovata esanime nel suo lettino dai soccorritori a Hägglingen. La procura ordinò un’autopsia dalla quale emerse la presenza di ecstasy nel sangue e che il decesso era avvenuto per “una mancanza di ossigeno provocata”. Secondo la ricostruzione fatta a posteriori, la bambina sarebbe stata prima drogata e poi il padre le avrebbe bloccato le vie respiratorie mentre era in braccio alla sua mamma. La nonna sarebbe stata al corrente di tutto e non avrebbe fatto nulla per impedire il gesto estremo.

Secondo l’accusa, i genitori avevano già tentato di ucciderla un anno prima con un’overdose di sonniferi. La bimba era affetta da una grave malattia cerebrale ed era destinata a una vita fatta di cure costanti e assistenza. Il movente di questo gesto, secondo l’accusa, sarebbe da ricondurre all’incapacità dei genitori di gestire la malattia.

Durante il processo la mamma ha però affermato che non voleva “sbarazzarsi di sua figlia”, ma “che voleva aiutarla”. Ha sottolineato che non era un fastidio per lei, se così fosse stato l’avrebbe potuta inserire in un istituto specializzato. Ha voluto così smentire l’accusa di omicidio per egoismo. Ha affermato di amare la sua bambina, che soffriva molto: dolori continui, crampi e non riusciva a deglutire. “Volevamo evitarle sofferenze”, ha dichiarato, “non doveva accorgersi di nulla, solo addormentarsi (…) Lo rifarei”.

La 32enne e il 34enne hanno scontato un periodo di detenzione preventiva e alla fine delle indagini sono stati rilasciati. Rischiano fino a 18 anni di carcere; la nonna, cinque anni. Per tutti e tre i cittadini tedeschi è stata chiesta anche un’espulsione di 15 anni. La sentenza è prevista per venerdì prossimo.  

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Notiziario 09.09.2024, 15:00

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