A 30 anni dalla strage di Srebrenica la comunità bosniaca ticinese si è data appuntamento a Lugano e ha realizzato un’opera commemorativa per ricordare le migliaia di vittime.
Il dolore è ancora vivo, è impossibile dimenticare. La comunità bosniaca dice di aver assolto da tempo il popolo serbo, ma non il regime che negli anni ‘90 mise in atto il genocidio di migliaia e migliaia di civili. Non è un caso se molti, ancora oggi, come ha confermato la responsabile dell’associazione culturale bosniaca, non riescono ad andare davanti ad una telecamera per raccontare quei giorni.
In piazza a Lugano - il Quotidiano della RSI ha raccolto alcune testimonianze - c’era chi dovette abbandonare la Bosnia in tenera età per integrarsi perfettamente in Ticino, chi riuscì a fuggire prima che Srebrenica fu trasformata in un inferno a cielo aperto. C’era chi ha trovato rifugio in Svizzera e anche chi in quell’ignobile pezzo di storia europea trovò l’amore creando una famiglia multi etnica e religiosa.