L’inchiesta che ha coinvolto i vertici di BancaStato ruota attorno alla lettera d’intenti sottoscritta, nel 2012, tra l’istituto di credito e l’allora direttore della ISS, che aveva manifestato l’intenzione di creare una sua ditta specializzata in servizi. Nel documento – si è appreso martedì – la banca precisa al futuro amministratore della FaciliTI le condizioni necessarie per formulare la propria offerta.
Tre i parametri descritti: la costituzione di una nuova azienda, la sua solidità finanziaria e una governance adeguata. La FaciliTI s’impegnava inoltre ad assumere tutti gli impiegati passati a suo tempo da BancaStato alla ISS (vedi immagine allegata sotto).
Il direttore di BancaStato deve rispondere di falsa testimonianza, per non aver menzionato la lettera agli inquirenti. “Quando mi fu rivolta la domanda – si è difeso lunedì – non ne compresi appieno la portata.”
Renato Arrigoni, accusato di soppressione di documento, ha ammesso d’averla distrutta assieme ad altre carte. “Ma lo feci – ha precisato – perché ormai, dopo aver firmato il contratto con la FaciliTI, non servivano più.” I due sostengono insomma d’aver agito in maniera corretta, e nell’esclusivo interesse dell’istituto cantonale.
Francesco Lepori