Disavventure al volante - alcune dai risvolti comici, altre grotteschi, altre ancora purtroppo drammatici - sono capitate a quasi tutti gli automobilisti. Anche a quelli più disciplinati e rigorosi nel rispetto del codice stradale. Ma quanto accaduto a un cittadino della Calanca, finito a processo pochi giorni fa, ha del surreale, come riferito da Grigioni sera.
Non sono ancora le tre del mattino e il dovere già chiama. Lui - 64enne cantoniere in servizio di picchetto - deve raggiungere dapprima Arvigo e poi Rossa. Sulla cantonale non circola nessuno, ma all’improvviso - fuori abitato - sbuca una cerva da destra. Inevitabile l’impatto con il veicolo guidato dall’uomo, che procede a non più di quaranta chilometri orari. L’automobilista scende per sincerarsi delle condizioni dell’animale, ma il selvatico si allontana rapidamente verso il vicino bosco. Nulla di grave, dunque, e l’uomo va al lavoro.
Finito il turno, alle 6.40 della stessa mattinata, avvisa un guardacaccia dello scontro con l’ungulato. Tutto a posto, verrebbe da pensare. Invece per il 64enne cominciano i guai. Viene avviata un’inchiesta su quanto accaduto nelle prime ore del 5 marzo di un anno fa. La procura emana un decreto di accusa per inosservanza dei doveri in caso di infortunio prescritti dalla Legge sulla circolazione stradale. All’uomo vengono accollati 200 franchi di multa e 855 franchi di spese procedurali.
Ma l’imputato non ci sta e impugna la proposta di pena. Di qui, il processo celebratosi la scorsa settimana al Tribunale della regione Moesa. La Corte ha accolto le motivazioni del 64enne. Così, anche se la legge impone l’immediato annuncio di un danno alla vittima dello stesso o alla polizia, l’uomo è stato assolto. Le spese del procedimento imbastito dalla procura - 2’245 franchi - sono state poste a carico del Cantone, che - a titolo di indennizzo e riparazione del torto morale - dovrà anche versare 3’000 franchi all’ex cantoniere.






