In futuro l’aspetto di alcuni edifici e quartieri del centro di Bellinzona non potrà cambiare facilmente, perché la conservazione del patrimonio culturale ha ottenuto un importante passo avanti: dopo 6 anni di esame, infatti, il Consiglio di Stato ha approvato la nuova pianificazione del centro cittadino, che prevede la tutela di ulteriori 170 oggetti: dalle ville alle fontane, dai giardini alle scuole.
“È stato un iter molto lungo e complesso. Basti pensare che si è partiti da un inventario dell’Ufficio cantonale dei beni culturali di 900 beni. Questa variante ci permette di tutelare tutti quei beni storici che hanno ricoperto, nella storia di Bellinzona, un ruolo importante. E questo sicuramente a salvaguardia anche della memoria storica per le future generazioni”, dice alle telecamere del Quotidiano Mattia Lepori, capo dicastero territorio e mobilità.
Conservare il passato mettendo al sicuro i momunenti da modifiche o demolizioni indesiderate comporta però anche alcuni oneri, in particolare da parte dei proprietari, vincolati appunto al rispetto delle regole di conservazione. La legge prevede aiuti finanziari pubblici ma questi coprono solo una parte dei costi. Non sempre però, tra i proprietari queste misure fanno l’unanimità.
È un equilibrio molto fragile, ammette Lepori. Un equilibrio di cui il Municipio di Bellinzona è ben consapevole, “tanto che noi non siamo d’accordo con la tutela generale del quartiere San Giovanni - spiega. “Una tutela che impone norme molto restrittive, a nostro modo di vedere troppo restrittive, per i proprietari di case che, in futuro, potranno unicamente conservare o restaurare i propri immobili”. E questo significa niente ampliamenti per gli edifici presenti nel quartiere di San Giovanni, che viene ritenuto tutto d’interesse cantonale. “Sono disposizioni troppo severe per i proprietari di case - sostiene Lepori -. Basti pensare che, qualora venisse applicata questa norma, i pannelli fotovoltaici non sarebbero più permessi, anche nel caso non fossero visibili dalla strada”, sottolinea.
Ma allora per il quartiere San Giovanni l’alternativa dovrebbe essere una tutela a metà? “Siamo convinti che il quartiere si possa tutelare anche senza applicare questa norma così restrittiva e, in un qualche modo, stiamo anche cercando di riguadagnare una sorta di autonomia comunale in questo senso”. Il ricorso di Bellinzona potrebbe non essere il solo. Servirà ancora tempo prima di poter applicare la variante pianificatoria a tutela del patrimonio culturale cittadino.