Nuovo capitolo nell’inchiesta sulle fatturazioni fittizie alla Carità di Locarno. La magistratura ha sentito, come teste, il direttore dell’Ente ospedaliero cantonale, Giorgio Pellanda. A Pellanda il procuratore Andrea Pagani ha chiesto di prendere posizione sulla tesi espressa dai due capiclinica, indagati – ricordiamo - per aver effettuato le operazioni poi fatturate come se fossero state eseguite invece dal vice-primario.
Entrambi sostengono d’aver ritenuto, in buona fede, d’appartenere a un pool composto da loro tre, così come avviene in Svizzera interna. Gruppo che si spartiva dunque legittimamente il ricavato dei vari interventi. Pellanda ha spiegato però che questa prassi non è contemplata nei regolamenti dell’Eoc. Le norme in vigore – ha precisato – sono elencate peraltro nella documentazione distribuita a tutti i dipendenti.
I tre medici devono rispondere dei reati di truffa e falsità in documenti. Si parla di oltre un centinaio di operazioni, eseguite tra il 2011 e il 2013.
Francesco Lepori