Due perizie, due conclusioni diverse. L’esperto ginevrino nominato dalla procura non ha dubbi: Flavio Bomio è affetto da una turba psichica, ma la patologia di cui soffre non ha mai intaccato la capacità di valutare il carattere illecito dei propri atti; né tantomeno quella di agire. L’ex presidente della Nuoto Bellinzona non può dunque beneficiare di alcuno sconto.
Qualche giorno fa la difesa è passata però al contrattacco. Il legale del 70enne ha prodotto una perizia di parte, che contesta le conclusioni della professoressa Alessandra Canuto. A Bomio – scrive in sostanza il dottor Carlo Calanchini – va riconosciuta invece una scemata responsabilità da lieve e media.
Due tesi a confronto
La questione non è di poco conto. Se la tesi difensiva fosse accolta, la pena potrebbe venire addirittura dimezzata (come prevede appunto, in diritto, il riconoscimento di un grado medio). Il presidente della Corte, il giudice Marco Villa, ha deciso così di sentire in aula entrambi i periti. L’audizione di Calanchini e Canuto è stata fissata per il secondo giorno di processo, martedì 6 agosto.
Bomio – ricordiamo – deve rispondere di centinaia di abusi, compiuti tra il ’98 e il 2011. Avrebbe approfittato di 15 ragazzi, tutti in età adolescenziale, anche facendo leva – almeno stando all’accusa – sul suo ruolo di presidente della Nuoto. La coazione sessuale, riferita a sei casi, è proprio il reato più grave imputato al 70enne.
Francesco Lepori
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