Il caso Hospita, esploso un anno fa con l’arresto del sindaco di Bioggio ed ex granconsigliere leghista Eolo Alberti, si arricchisce di un nuovo capitolo. Gli eredi del fondatore ed ex azionista di maggioranza della società, morto in corso di inchiesta, tramite l’avvocato Paolo Bernasconi hanno presentato negli scorsi giorni una denuncia contro tre persone: la direttrice operativa dell’epoca, ossia l’ex granconsigliera leghista Sabrina Aldi, l’ex amministratore unico Claudio Camponovo e il figlio di quest’ultimo, Alvaro Camponovo. Quest’ultimo, procuratore pubblico.
Le accuse - stando a nostre informazioni - riguarderebbero tra le altre cose l’amministrazione infedele, la concorrenza sleale, la concessione e l’accettazione di vantaggi. In particolare, averi e contratti della Hospita sarebbero stati “dirottati” in modo sospetto verso una nuova società fondata da Claudio Camponovo e Sabrina Aldi. Alvaro Camponovo è stato denunciato per accettazione di vantaggi, poiché l’ex deputata (Aldi) l’avrebbe - stando alla querela - favorito nella sua nomina in Magistratura.
Nella denuncia, inoltre, si chiede espressamente la ricusa di tutti i procuratori pubblici, in quanto Alvaro Camponovo è un loro collega. Sono quattro finora coloro che si sono occupati dei vari filoni dell’inchiesta, Chiara Borelli, Andrea Gianini, il procuratore generale sostituto Moreno Capella e il procuratore generale Andrea Pagani.
Su questo punto dovrà pronunciarsi la Corte dei reclami penali. Contattato dalla RSI, il ministero pubblico preferisce non esprimersi, così come Alvaro Camponovo. L’avvocato Nicola Fornara, che difende Sabrina Aldi e Claudio Camponovo, ha invece parlato di assurdità e minacciato contro-denunce. Nei confronti di tutti vale il principio della presunzione di innocenza.