L’inchiesta sul delitto di Via degli Albrici è conclusa. La scorsa settimana la procuratrice Chiara Buzzi lo ha comunicato alle parti, prospettando il rinvio a giudizio per assassinio: sia nei confronti del marito della vittima, sia a carico del fratello dell’uomo.
I due srilankesi avrebbero agito in correità. Non al culmine di una lite, come affermato inizialmente, ma cogliendo la 40enne nel dormiveglia. L’avrebbero soffocata in camera, mentre stava riposando a letto. Il movente: la gelosia nutrita dal coniuge verso la moglie, che aveva manifestato l’intenzione di separarsi.
L’idea di ucciderla avrebbe preso forma nelle settimane precedenti. Al computer il 45enne (difeso da Fiammetta Marcellini) avrebbe tradotto, dalla sua lingua, la frase “mia moglie è morta”, che la mattina dell’11 settembre 2024 pronunciò davanti ai presenti. Spiegò che la donna aveva avuto un attacco di cuore. Ma qualcosa non tornava, e ai primi di ottobre, messo alle strette dagli inquirenti, confessò di averla soffocata.
Nei giorni successivi, in provincia di Bergamo venne arrestato pure il fratello. Il 49enne (difeso da Ugo Mantoan) respinge ogni addebito. Ammette soltanto di essere stato presente nell’appartamento di Chiasso, dove – ha detto – sarebbe stato chiamato per fungere da paciere. Oltre a divergere da quella dell’altro imputato, la sua versione cozzerebbe però con alcuni riscontri di indagine.
Entrambi si trovano tuttora al penitenziario cantonale, e hanno cominciato a espiare anticipatamente la pena.