Ticino e Grigioni

Cosa resta della Fashion valley?

Le aziende della moda sono in costante cambiamento. Il professore SUPSI Emanuele Carpanzano: “E’ ragionevole pensare continueranno a mantenere in Ticino attività importanti”

  • Ieri, 19:45
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04:50

Quale futuro per la moda in Ticino

SEIDISERA 14.05.2025, 18:00

  • © Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Di: SEIDISERA/Rsi Info 

Ticinomoda si è riunita martedì in assemblea a Lugano. L’associazione raccoglie un settore che ha attraversato diverse fasi: si è passati dalla Fashion valley - cioè da centro della moda con i grandi marchi e le grandi attese - a una situazione determinata invece da una certa mobilità, da un costante cambiamento, da licenziamenti e da assunzioni, da arrivi e da de-localizzazioni.

SEIDISERA della RSI ha intervistato Emanuele Carpanzano - professore alla SUPSI - per inquadrare questo settore, dove fare moda c’entra sempre meno con la produzione di capi d’abbigliamento in senso stretto ma che, dice l’esperto, ha le carte per rimanere un attore importante per il tessuto economico cantonale.

“Oggi - spiega Carpanzano - diverse aziende svolgono attività diversificate. Vi sono ancora aziende che producono, seppur in numero limitato. Vi sono aziende che svolgono prevalentemente attività di design e sviluppo prodotto... e questa è una dimensione importante oggi in Ticino. Vi sono aziende che gestiscono da qui tutta una serie di attività di servizi, compresi quelli digitali di interazione con i consumatori oppure di gestione della filiera commerciale. E vi sono aziende che sviluppano qui attività di logistica”.

Ci si chiede dunque se - con questa diversificazione - il settore della moda continuerà a essere importante per il tessuto economico ticinese. “Il settore ha avuto un ruolo economico importante in Ticino ma in questi anni è profondamente cambiato. Si è evoluto, adattato e riorganizzato. Alcune aziende hanno lasciato il Ticino, altre sono arrivate o si sono ingrandite. Complessivamente il settore si è quindi dimostrato dinamico e resiliente ai cambiamenti. Dunque è ragionevole pensare che le aziende continueranno a mantenere questa capacità di adattarsi e a mantenere in Ticino attività importanti ad alto valore aggiunto”, prosegue Carpanzano.

Per la produzione - in senso senso stretto - rischia dunque di esserci poco spazio, in futuro. “Sarà possibile solo per quei prodotti che hanno un alto valore aggiunto sul mercato, quindi prodotti di alta gamma, dove il costo del lavoro non impatta in modo eccessivo sul costo finale del prodotto”, aggiunge Carpanzano. E in questo senso non vanno dimenticate la ricerca e l’innovazione: per esempio quei progetti che tendono a quello che potrebbe delinearsi come nuovo settore industriale anche in Ticino, quello dell’eco-design.

Progetti di economia circolare, innovazione... sono concetti teorici che spesso, pensando all’indotto economico, sono difficili da misurare. “L’innovazione - conclude Carpanzano - in generale non è mai facile da misurare. Ma quando si va a parlare concretamente dei singoli progetti si vede che si cerca di definire il risultato atteso, tecnologico, di prodotto o di mercato. E che si cerca anche di valutare quella che sarà la stima dell’impatto economico del risultato. Anche perché le aziende investono in modo diretto. Quindi, lo fanno perché si attendono un ritorno”.

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