Ticino e Grigioni

Dagli stanzoni alle stanzette, come cambiano le capanne ticinesi

Da punto di appoggio per le vette a obbiettivo della gita: cambiano ospiti ed esigenze e i club alpini si adeguano – L’esempio della Capanna Grossalp – Giottonini: “A mancare sono gli ospiti ticinesi”

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Capanne del Ticino, cambiano i frequentatori

SEIDISERA 08.07.2025, 18:00

  • TI-Press
Di: SEIDISERA-Kavakcioglu/dielle 

In Ticino le persone che frequentano le capanne alpine stanno cambiando. A testimoniarlo, fra i tanti, c’è anche Astrid Lorenzetti, presidente dell’UTOE Locarno, società che sta ristrutturando la capanna Grossalp sopra Bosco Gurin. Ai microfoni di SEIDISERA Lorenzetti ha spiegato che la struttura era vetusta e che, con il rinnovo, si è voluta cogliere un’occasione per orientarsi proprio verso i nuovi clienti.

“Abbiamo notato, soprattutto nelle capanne a quote più basse e custodite, che c’è sempre più una maggiore richiesta di comfort. Quello che osserviamo è che chi va in alta montagna spesso preferisce il ‘wild’, condizioni più spartane e semplici nei bivacchi non custoditi. Mentre gli escursionisti meno ambiziosi, ancor più dopo la pandemia, chiedono sempre più stanze doppie o quadruple, la toilette, addirittura vogliono l’acqua in bottiglia per l’escursione del giorno dopo e tutta una serie di richieste di questo genere. Insomma, le esigenze stanno davvero cambiando molto”.

Non solo le esigenze degli ospiti, anche quelle edili imposte dalle leggi cantonali e federali contribuiscono a influenzare le ristrutturazioni. Nonostante questi cambiamenti Astrid Lorenzetti vede positivamente l’arrivo delle nuove tipologie di clientela: “Se la gente arriva è comunque positivo, poi c’è da dire che riscontriamo flessibilità da parte dei client: noi cerchiamo di adattarci alle loro esigenze, ma anche loro si adattano alle nostre…la montagna insomma unisce”.

La capanna Grossalp, dove i lavori stanno per iniziare e in pochi mesi dovrebbe essere pronta per la riapertura, è una delle oltre 32 capanne gestite da 16 società raggruppate sotto il cappello della Federazione alpinistica ticinese (FAT). Poco meno di una decina sono invece in mano alle tre sezioni ticinesi del Club alpino svizzero (CAS), che invece nel resto della Svizzera detiene la stragrande maggioranza delle capanne.

Giottonini (FAT): “Nei rinnovi ci si adatta agli ospiti, ma spesso a mancare sono i ticinesi”

A confermare il fermento nel settore e i cambiamenti in atto è anche, sempre a SEIDISERA, l’addetto stampa della Federazione alpinistica ticinese (FAT) Matteo Giottonini. “Al momento tra le capanne delle società affiliate alla FAT sono – andando a memoria – quattro quelle che sono in ristrutturazione: la capanna Borgna in Val Verzasca, la Soveltra in Vallemaggia che sta per essere ricostruita dopo un incendio che l’ha distrutta alcuni anni fa, la capanna Grossalp sopra Bosco Gurin e infine la Brogoldone sopra Lumino che pure sta per essere rinnovata”.

Ristrutturazioni che vengono appunto fatte tenendo conto del cambiamento dell’utenza: “Lo notiamo anche noi, la gente che va in montagna sta cambiando e cerca sempre di più il comfort anche a quote più alte. Per fare un esempio, oggi la tendenza è quella di cercare di offrire anche stanze singole o doppie o al massimo da quattro letti. L’altro lato della medaglia è che così viene un po’ meno il senso di comunità tipico della vita in capanna”.

Così facendo, non si corre però proprio il rischio di snaturare l’esperienza? “Purtroppo sì, anche se è un fattore decisamente soggettivo e dipende un po’ anche da cosa si cerca in capanna. Queste strutture sono nate come punti di appoggio per raggiungere una vetta. Al giorno d’oggi invece la capanna è diventata lei stessa un obiettivo da raggiungere, e così cambia anche la tipologia degli avventori” aggiunge ancora Matteo Giottonini.

C’è però un altro “cruccio” che spesso turba i sonni dei guardiani e delle società: “Quello che notiamo è che purtroppo nelle nostre capanne mancano gli ospiti ticinesi. Buona parte dei frequentatori provengono infatti da Oltralpe o dalla Germania e questo penso sia un peccato, anche perché in Ticino c’è moltissima gente che va in montagna, ma spesso le nostre montagne vengono un po’ snobbate e vengono preferite mete più prestigiose e rinomate. Colgo quindi l’occasione per lanciare un appello alla popolazione di andare a visitare anche le nostre capanne ticinesi” conclude Giottonini.

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