Abuso di autorità e tentata coazione sono i reati per i quali, alla fine del 2021, un cittadino ha sporto denuncia contro l’allora vicecapo dell’Ufficio della migrazione e del diritto civile, funzionario che nel frattempo è stato nominato capo del medesimo ufficio, come riferito ed anticipato dalla trasmissione della RSI Grigioni Sera.
A seguito della denuncia, la Procura aveva aperto un procedimento penale il 1° febbraio del 2022. Un paio di mesi dopo aveva sospeso l’indagine in attesa dell’esito di una procedura amministrativa che vedeva coinvolte le parti. L’inchiesta penale è stata riattivata però lo scorso agosto, dopo cioè che il contenzioso di diritto pubblico è stato chiuso dal Tribunale federale. Ed è proprio dalla sentenza della massima Corte elvetica, nonché da una decisione di recente pubblicata dal Tribunale cantonale, che si evincono alcuni dettagli della vicenda penale.
All’alto funzionario viene rimproverata la gestione di una procedura di rilascio di un permesso B senza attività lucrativa. In particolare, ha stabilito il Tribunale federale, l’Ufficio cantonale della migrazione ha imposto condizioni troppo restrittive e sproporzionate all’uomo, autore poi della denuncia penale, che faceva da garante della cittadina tedesca richiedente il permesso di dimora. Questo nonostante il garante si fosse impegnato a mantenere la donna con un importo di 4’000 franchi mensili. Sul piano amministrativo le tesi dell’autorità cantonale sono state bocciate e l’Ufficio della migrazione è stato costretto dai giudici di Losanna a concedere il permesso di dimora inizialmente negato. Resta ora da vedere se la Procura intenda promuovere l’accusa di abuso di autorità o per altri capi di imputazione nei confronti dell’indagato.
Contattato da Grigioni Sera, il Dipartimento di Giustizia, Sicurezza e Sanità ha confermato di essere a conoscenza dell’inchiesta a carico del capo ufficio della migrazione, ma si è detto fiducioso che nei suoi confronti venga emesso un decreto di abbandono. Per l’uomo fa evidentemente stato la presunzione di innocenza.