Il processo a carico di un 39enne cittadino eritreo, accusato di assassinio dal procuratore pubblico Moreno Capella in relazione alla morte della moglie, è stato nuovamente sospeso nella mattinata di martedì. L'interruzione è avvenuta dopo che il traduttore ha usato una bestemmia, mentre tentava di tradurre il senso di un’imprecazione in lingua tigrina senza connotazioni religiose. Il giudice Marco Villa, dopo aver espresso riprovazione per l’accaduto, ha così chiesto all’avvocata della difesa Manuela Fertile se intendeva continuare la collaborazione con il traduttore. Il quale, sentitosi offeso, ha abbandonato l’aula. Di qui l’interruzione dei lavori dibattimentali.
Il processo - che era già stato interrotto lunedì a causa di "crollo psicologico" dell'imputato - era ripreso martedì mattina. Il giudice Marco Villa aveva continuato la ricostruzione dei fatti avvenuti tra il 3 luglio di tre anni fa a Bellinzona, quando la moglie dell'imputato era caduta dal quinto piano, rimanendo uccisa sul colpo.

Processo sospeso
Il Quotidiano 14.12.2020, 20:00
L'imputato era convinto che la moglie lo tradisse da tempo, fatto che - secondo l'accusa - lo spinse a gettarla dal balcone durante una lite. Un'ipotesi respinta ancora questa mattina dall'uomo, secondo cui la donna voleva suicidarsi. Dalle diverse testimonianze rilasciante da conoscenti e medici che curavano la donna - e lette in aula in mattinata - la vittima aveva un carattere solare e intraprendente e non mostrava tendenze suicidarie. Domani il PP Moreno Capella formulerà la richiesta di pena.

Una bestemmia sospende il processo
Il Quotidiano 15.12.2020, 20:00