Tre anni e 9 mesi da scontare per l'imputato 25enne e 18 mesi sospesi condizionalmente per il 21enne. È questa la condanna pronunciata martedì in aula a Lugano sul caso di degrado giovanile emerso l’anno scorso nel Mendrisiotto e che ha coinvolto un centinaio di giovani della regione. Davanti ai giudici è quindi finito il 25enne, considerato come il boss della gang, e un suo amico e gregario 21enne, resisi protagonisti di tutta una serie di reati comuni.
Reati che vanno dalla tentata rapina ai furti, dall’estorsione allo spaccio di marijuana e cocaina e, nel caso del primo, anche atti sessuali con minori di 16 anni. Entrambi gli imputati sono rei confessi. Più nello specifico va segnalato che il 25enne aveva instaurato una forma di “regime del terrore”, legato alla sua fama di personaggio aggressivo con precedenti condanne alle spalle. Una reputazione che gli ha permesso di attorniarsi di altri giovani ai suoi ordini, tra cui pure due ragazze 16enni, con diversi problemi, che infatuate dalla sua figura, non si sono opposte alle sue voglie.
Entrambi gli accusati hanno ammesso d’aver spacciato, regalato, offerto circa due chili di marijuana e 190 grammi di cocaina. E il più vecchio dei due aveva pure estorto denaro a giovani conoscenti, usandoli come se fossero dei “bancomat”.
Banda del Mendrisiotto a processo
Il Quotidiano 10.03.2020, 20:00