Dopo il momento delicato attraversato dal Consiglio della magistratura - ignorato in occasione delle ultime nomine dei procuratori pubblici ticinesi - il Gran Consiglio aveva dato incarico alla Commissione giustizia e diritti di approfondirne i problemi organizzativi e normativi. Lunedì mattina i deputati hanno trovato un accordo.
Problemi di credibilità e di organizzazione interna hanno messo in crisi - di recente - il rapporto tra giustizia e politica. Ora la Commissione giustizia e diritti ha messo nero su bianco i punti da cui ripartire. Le prime richieste riguardano il Consiglio della magistratura, l'organo di sorveglianza della giustizia ticinese: si parte dalla creazione di una base legale per adottare un regolamento interno.
Il rapporto prevede più scambio di informazioni e più attenzione alla quantità e alla qualità del lavoro svolto da chi indaga e poi porta in aula i casi di criminalità in Ticino.
Il Consiglio della magistratura è stato rinnovato di recente. L'auspicio è che incontri meno attriti con la politica, anche se nella riunione odierna non si è riaperto il dibattito sul fatto che sia composto in maggioranza da persone che non appartengono al mondo della giustizia; un'anomalia in Svizzera.