Il Consiglio comunale di Lugano, nei giorni scorsi, ha detto sì all’aumento di tre punti del moltiplicatore. Una strada che non sarà invece percorsa dagli altri principali centri del cantone. Almeno per ora... ma è probabile che altri Comuni ritoccheranno il moltiplicatore verso l’alto per compensare i maggiori oneri riversati dal Cantone e le iniziative sulla cassa malati.
Il primo elemento che va ricordato è che da due anni il Cantone dà la possibilità ai Comuni di creare due moltiplicatori, uno per le persone fisiche (i cittadini) e uno per quelle giuridiche (le aziende). Ma sono pochi i Comuni che hanno sfruttato questa novità. Tra questi c’è Lugano, che ha deciso di differenziarlo, mentre Bellinzona mantiene ancora il moltiplicatore unico al 93%. E continuerà così anche in futuro, come spiega ai microfoni di SEIDISERA della RSI il capo dicastero Finanze, Fabio Käppeli: ”È qualcosa che attualmente non viene considerato, per più motivi. Da un lato vogliamo mantenere o anzi aumentare l’attrattività di Bellinzona per le persone giuridiche, dall’altra c’è una sproporzione, diciamo così, del gettito tra persone fisiche e giuridiche. Oggi il gettito bellinzonese deriva in gran parte dalle persone fisiche, quindi per avere qualcosa di rilevante dovremmo aumentare il gettito delle persone giuridiche in un modo molto, molto importante e sarebbe disincentivante per il primo elemento, legato all’attrattività”.
Bellinzona, l’abbiamo detto, non ha aumentato il suo moltiplicatore ma, come conferma sempre Käppeli, difficilmente si riuscirà a restare su questa quota nei prossimi anni. “Le incognite più importanti arrivano sicuramente dal fronte cantonale che, negli ultimi anni, ci ha abituato a un continuo riversamento di oneri sui Comuni che definiamo sconcertante, perché in realtà le soluzioni dovranno essere ben altre, visto che i cittadini alla fine sono cittadini sia di un Comune sia del Cantone e quindi si dovrebbero trovare altre soluzioni”.
Se alla pressione del Cantone si sommano, come nel caso di Lugano, grandi investimenti come il Polo Sportivo, il risultato difficilmente può essere diverso da quel “+ tre punti” avallato dal Consiglio comunale lunedì sera e che ha portato il moltiplicatore di Lugano per le persone fisiche all’80% e quello per le aziende all’85%. Ulteriori aumenti in futuro sembrano esclusi ma la preoccupazione resta, come spiega il municipale Marco Chiesa: “C’è un riversamento di oneri costante da parte del Cantone sulle città e questo preoccupa chi si occupa di finanze, perché non sono mai sicuri, non sono mai certi gli impegni finanziari che si dovranno affrontare un domani rispetto al Cantone”.
La distinzione del moltiplicatore
La distinzione del moltiplicatore, dunque, è una misura ancora poco utilizzata dai Comuni. A questo proposito SEIDISERA ha intervistato Marzio Della Santa, capo della sezione enti locali (SEL) del Canton Ticino.
“Solo 11 Comuni hanno fatto uso di questa possibilità. Una possibilità che è stata introdotta a livello cantonale a seguito della riforma fiscale decisa sul piano federale, per dare la possibilità ai Comuni di neutralizzare (se lo ritenevano opportuno), l’effetto di questa riforma fiscale, quindi il relativo sgravio fiscale, facendo leva solo sulle persone giuridiche, quindi in un certo senso senza dover chiedere ai cittadini di contribuire, perché il moltiplicatore unico, inevitabilmente applicandosi a entrambi, avrebbe avuto questo effetto”.
Pensa che questa misura non sia abbastanza sfruttata dai Comuni?
“L’impressione è che si stia imparando un pochettino a conoscerlo, a utilizzarlo. E forse la prima decisione è stata per certi versi poco consapevole degli effetti che avrebbe avuto. E questo malgrado anche l’informazione, la formazione, assicurata dal Cantone, proprio per permettere ai Comuni di prepararsi al meglio. Quello che è sicuro è che, con la decisione del Cantone di separare il moltiplicatore delle persone fisiche e di quelle giuridiche, si è voluto dare maggiore autonomia ai Comuni in materia fiscale nella fattispecie. Ed è bene che ognuno valuti il fatto che questa autonomia ha un risvolto che si chiama responsabilità. Quindi è importante che i Comuni, responsabilmente, assumano quelle che sono le conseguenze delle loro decisioni, a volte positive ma talvolta anche negative”.
Forse si ha il timore di vedere “scappare” le aziende da un Comune all’altro?
“È una paura che quasi definirei atavica. La mobilità delle aziende c’è sempre stata e ci sarà sempre. Quello che noi oggi sappiamo è che il moltiplicatore di imposta non è l’unico fattore e non è sempre quello più importante. Quello che è sicuro è che politicamente non si può (o sarebbe scorretto) rimanere bloccati di fronte a questa paura. Ci sono già stati innalzamenti (pensiamo a Lugano con cinque punti di moltiplicatore l’anno scorso); non mi sembra ci sia stato un fuggi fuggi delle aziende”.












