Ticino e Grigioni

Alain de Raemy: “Il Natale è fiducia”

Facendosi bambino, Dio decide di credere nell’umanità, afferma l’amministratore apostolico nel suo messaggio natalizio del 2025

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Intervista all'amministratore apostolico De Raemy

Il Quotidiano 24.12.2025, 19:00

Di: Quotidiano-Sandy Sulmoni/sdr 

Un anno non si racconta solo con le feste, ma anche con i vuoti, le ferite e le speranze: l’emozione condivisa per la scomparsa di Papa Francesco; il dolore che pesa quando emergono abusi; la possibilità della diocesi di avere la conferma del vescovo ordinario. Alain de Raemy, amministratore apostolico della diocesi di Lugano , sceglie una parola semplice e forte per il Natale: fiducia. Una fiducia che diventa impegno, dialogo, vigilanza. Fiducia perché Dio — facendosi bambino — ha già deciso di credere nell’umanità.

Ci sono momenti in cui la Chiesa intera sembra trattenere il respiro. La morte di Papa Francesco, per monsignor de Raemy, è stata questo: un passaggio che ha toccato corde profonde, come quando viene a mancare una presenza familiare. “Era davvero il papà di tutta la comunità cattolica e un po’ del mondo”, dice al Quotidiano RSI.

Eppure quel vuoto non è soltanto assenza perché rivela un legame: “dimostra quanto per noi cattolici sia importante la figura del successore di Pietro”. Colpisce che l’emozione per la successione pontificale sia stata condivisa anche da chi non si sente vicino alla Chiesa.

Il coraggio del “noi” contro le divisioni

Com’è possibile parlare di speranza quando attorno a noi sembrano prevalere le divisioni? De Raemy richiama alla responsabilità di ripartire da “noi”, da ciò che abbiamo tra le mani. E indica un luogo concreto, quasi “domestico” nella sua normalità: la vita civile, la partecipazione, la pratica del dialogo.

Il nuovo anno diventa un appello ai cittadini, agli svizzeri: non lasciare che la democrazia sia solo un meccanismo, ma farne un esercizio di comunità. Partecipare alle votazioni, coinvolgersi nella politica locale, vivere il confronto come laboratorio dove imparare a non trasformare le differenze in armi. Perché quando l’altro diventa solo un nemico da battere, la società si ammala.

I momenti difficili del 2025 e le prospettive del 2026

Tra i momenti più difficili di quest’anno per la diocesi di Lugano c’è stata la condanna dell’ex cappellano del collegio Patio per reati sessuali.  De Raemy lo definisce “un momento di grande dolore” che dura ancora.

La Curia è senza un vescovo ordinario dal 2022. La regola vuole che per essere nominati si debba essere ticinesi. Il 2026 potrebbe essere l’anno della svolta. Visto che sono passati tre anni e può richiedere l’attinenza, l’amministratore lo farà? De Raemy frena. “Non vorrei che venga interpretata come una candidatura mia. Io nella mia vita di sacerdote non mi sono mai candidato, non ho scelto di diventare amministratore apostolico. È stata una chiamata, è stato inaspettato… ecco, vorrei che le cose rimanessero così”.

Qual è, dunque, l’auspicio per il Natale? “Fiducia. Fiducia perché il centro del Natale porta con sé il fatto che Dio si è fatto uomo. Siamo abituati a dirlo” ma il vescovo invita a riflettere su queste espressioni. “Se Dio è davvero il trascendente, l’infinito che non possiamo immaginare, allora la scelta di diventare quel bambino guardato nella grotta di Betlemme in questi giorni è una dichiarazione irrevocabile, ossia che l’umanità non va verso la perdita ma, al contrario, è stata raggiunta da Dio stesso”.

Come a dire, possiamo avere fiducia in noi, perché Lui ce l’ha dimostrata facendosi uno di noi.

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Betlemme torna a festeggiare il Natale

Telegiornale 24.12.2025, 20:00

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