Vlog

Il contropiede della pallacanestro elvetica su scala globale

Sognando l’NBA: Oliver Sassella, Lorenzo Orsenigo e Geremia Cavadini, giovani talenti ticinesi, raccontano dell’impegno necessario per raggiungere “piccoli” grandi traguardi

  • 2 ore fa
08:58

Quanto spacca la palla a spicchi?

RSI Spam 11.08.2025, 11:30

  • RSI
  • Michelangelo Cavadini, Michel Galati e Samuel Mersi
Di: Michelangelo Cavadini/SPAM 

Il 2025 potrebbe essere ricordato come l’anno zero di una nuova era per il basket svizzero.

Con Yanic Niderhauser selezionato al Draft NBA lo scorso giugno, si contano quattro giocatori elvetici nella storia della massima lega statunitense; il secondo in due anni.

Preceduto la scorsa stagione dal coetaneo Kyshawn George, queste chiamate manifestano un salto in avanti clamoroso, se pensiamo che le precedenti due si erano verificate a decenni di distanza, con Thabo Sefolosha nel 2006 e Clint Capela nel 2014.

Ma non è tutto.

La nazionale 3x3 si è classificata seconda al mondo, la U19 maschile ha chiuso ottava ai Mondiali di Losanna battendo potenze storiche come la Francia, e la U16 è volata per la prima volta nella storia agli Europei “Division A”, quella delle grandi: una prima assoluta, un chiaro segnale di cambiamento.

Questo fermento crescente è proprio ciò che ci spinge a dedicare un vlog al tema.

Nel farlo, abbiamo raccolto le voci di tre giovani protagonisti di questa rivoluzione silenziosa:

Oliver Sassella (classe 2006), nato ad Airolo e figlio d’arte, cresciuto nel BC79 Arbedo, poi passato al Centro di Formazione Nazionale a Losanna e ora in Serie A a Lugano. Uno degli artefici dell’ottimo percorso ai Mondiali U19.

Accanto a lui, Lorenzo Orsenigo e Geremia Cavadini, entrambi classe 2009. Il primo, cresciuto nei Lugano Tigers, ha superato le selezioni ed è ora in Georgia con la nazionale U16; il secondo, proveniente dal settore Sav Vacallo/RPM, ha preso parte al raduno iniziale tra i migliori 15, sfiorando la convocazione definitiva.

Dalle loro parole emerge una verità semplice ma spesso trascurata: praticare basket in Svizzera con serietà è tutt’altro che scontato. Mancano strutture, cultura sportiva, visibilità e - soprattutto - certezze per chi sogna di farne una professione.

Eppure, ogni allenamento, ogni trasferta, ogni sacrificio ha un valore che va ben oltre il risultato.

Perché dietro a ogni valigia pronta per un torneo ci sono ore in palestra, chilometri macinati in bus, relazioni umane forti come “pick&roll”, e una disciplina interiore che solo lo sport sa dare.

Che si tratti di seguire un sogno d’infanzia, onorare una passione di famiglia o semplicemente sentirsi parte di qualcosa di grande, questo movimento sembra finalmente aver trovato un cuore pulsante.

E se il talento non basta a costruire un sistema, è comunque da lì che si comincia.

La palla a spicchi in Svizzera ha sempre più successo, non è (più) solo un hobby.

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