Il sistema scolastico ticinese si conferma tra i migliori a livello nazionale. Lo evidenzia l’edizione 2025 di “Scuola ticinese in cifre”, pubblicata dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), che offre un quadro aggiornato del settore tra conferme e nuove tendenze.
Risultati formativi sopra la media
Il Ticino mantiene il primato per la quota di maturità liceali e professionali conseguite entro i 25 anni: il 58,5% dei giovani raggiunge questo traguardo, contro percentuali comprese tra il 28,8% e il 52,7% negli altri cantoni. Anche sul fronte dell’educazione terziaria il Ticino si colloca ai vertici: il 20,8% dei giovani conclude un percorso universitario o politecnico, dato che lo pone al secondo posto a livello nazionale.
Demografia e scuole private
Accanto ai buoni risultati, emergono segnali legati all’evoluzione demografica. Negli ultimi vent’anni gli iscritti alla scuola dell’infanzia sono scesi da oltre 8’100 a meno di 7’900, mentre alle elementari si è passati da 16’087 a 15’563. Nello stesso periodo è aumentata la quota di allievi nelle scuole private, dal 5,7% al 7,4%.
Spesa pubblica e transizione al post-obbligatorio
La spesa pubblica per l’educazione ammontava a 1,4 miliardi di franchi nel 2022 e rimane, in proporzione, tra le più basse in Svizzera: 24,5% della spesa complessiva cantonale e comunale e il 4% del PIL. Gli importi pro capite per la scuola dell’obbligo risultano inferiori alla media nazionale, mentre quelli destinati al grado secondario II sono più elevati.
A preoccupare è però il passaggio fra scuola dell’obbligo e scuole superiori e formazioni di grado secondario che, come sottolinea la direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti, rimane delicato e necessita di attenzione e misure di rafforzamento, soprattutto in ambito di orientamento scolastico e professionale. L’obiettivo è favorire scelte iniziali più consapevoli e adeguate alle caratteristiche e agli interessi di ogni singolo allievo. Ma ci sono anche dei segnali incoraggianti: le percentuali di ragazze e ragazzi che superano la prima liceo e la prima commercio sono passati rispettivamente dal 69 al 71% e dal 56 al 65%.
Secondo Carobbio Guscetti, questi risultati sono “un buon motivo per dare fiducia a chi sta facendo bene il proprio lavoro e per investire maggiormente in un sistema che anno dopo anno continua a dimostrare la sua efficacia”.









