Il Tribunale d’appello dal primo dicembre avrà un nuovo regolamento. Approvato all’unanimità dal plenum dei giudici, propone più rotazioni nelle cariche e una maggiore collaborazione fra le varie sezioni.
Ma facciamo un passo indietro. Era il 1924 quando fu adottato il primo regolamento del Tribunale d’appello del Canton Ticino. Ora, a distanza di più di 100 anni, l’autorità giudiziaria superiore del Cantone ne ha stilato uno nuovo in grado di fronteggiare sfide sempre più complesse e di assorbire meglio gli scossoni che hanno investito la Giustizia ticinese.
“L’idea di rivedere il regolamento c’era da tempo perché ha 100 anni ed è superato. Si trattava di allestirne uno corrispondente alla situazione attuale”, dice Giovan Maria Tattarletti, presidente del Tribunale d’appello.
Tribunale d’appello che oggi si compone di 28 giudici e di 16 giudici supplenti eletti dal Gran consiglio per 10 anni. Comprende la sezione di diritto civile, la Sezione di diritto pubblico, il Tribunale penale cantonale. Una macchina complessa che impiega circa 130 persone.
“Il nuovo regolamento delinea meglio l’organizzazione, le competenze, i processi decisionali. Poi sono state inserite alcune novità che abbiamo ritenuto importante prevedere”, prosegue Tattarletti.
Riunioni annuali più frequenti, maggiore mobilità interna dei collaboratori, la creazione di servizi centrali e una maggiore competenza data alla commissione amministrativa per vegliare meglio sul funzionamento del Tribunale d’appello nel suo complesso, soprattutto per quanto riguarda i carichi di lavoro.
“Proprio perché l’obiettivo di questo Tribunale è quello di poter disporre di strumenti che permettano di evitare gli errori e garantire la qualità”, spiega Alessandro Simoneschi, segretario generale del Tribunale d’appello.
Le modifiche proposte, ci è stato detto, non rappresentano una reazione diretta ai fatti di cronaca che hanno investito la magistratura l’anno scorso e che hanno portato alla destituzione di due giudici del tribunale penale cantonale, anche se quella vicenda ha dato un input importante.
“Ha rafforzato in tutti noi la volontà di fare in modo che queste cose non accadano più. C’è una volontà, testimoniata anche dal fatto che questo regolamento è stato adottato all’unanimità, di dimostrare un’unità nell’ambito di una magistratura sempre più indipendente dal profilo amministrativo ed in futuro forse anche da quello finanziario”, conclude Tattarletti.
Un chiaro segnale, anche nei confronti della politica ticinese, della capacità di questo tribunale di affrontare le sfide presenti e future.











