Ticino e Grigioni

In aula la morte di un operaio a Paradiso

Si è aperto il processo per l’incidente avvenuto nel gennaio del 2021 sul cantiere dell’ex Hotel Du Lac

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Radiogiornale delle 12.30 del 23.09.2025: Il servizio di Umberto Gatti sul processo per la morte di un operaio a Paradiso

RSI Info 23.09.2025, 12:30

  • Immagine d'archivio Rescue Media
Di: Radiogiornale-Umberto Gatti/Pa.St. 

Si è aperto oggi (martedì) a Lugano il processo per l’incidente mortale avvenuto l’8 gennaio 2021 sul cantiere dell’ex Hotel Du Lac di Paradiso. La vittima era un 54enne operaio italiano.

Sono tre gli imputati alla sbarra per omicidio colposo e violazione delle regole d’arte dell’edilizia: un operaio, il capocantiere e il tecnico di cantiere incaricato della sicurezza. Durante i lavori di demolizione dell’ex albergo veniva utilizzato il vano dell’ascensore per lo sgombero dei piani e l’8 gennaio 2021, durante lo sgombero del sesto piano, un oggetto lanciato ha colpito la vittima, l’operaio 54enne che aveva il compito di controllore.

Durante il dibattimento i tre imputati si sono scambiati indirettamente accuse di responsabilità, in particolare in merito al rispetto delle norme di sicurezza e alle istruzioni che venivano date agli operai sul cantiere.

L’operaio che ha effettuato il lancio ha affermato in aula che arrivato sul cantiere non ha mai ricevuto un’istruzione specifica in merito alle operazioni, ma che seguiva quanto veniva già fatto dai colleghi. Il giorno dell’incidente ha affermato di aver effettuato il lancio dopo aver ricevuto l’ordine da parte della vittima. Lancio che ha poi provocato l’incidente mortale.

Il capocantiere ha invece dichiarato, in fase di dibattimento, che le istruzioni erano state fornite a tutti gli operai e che per i lanci era necessario ricevere a voce una doppia conferma. Inoltre, sempre il capocantiere ha detto che verificava che gli operai rispettassero le norme di sicurezza.

Una versione sostanzialmente confermata anche da parte del responsabile tecnico che ha elaborato il piano di sicurezza, che ha affermato però di non aver verificato di persona l’efficacia della comunicazione tra gli operai e nemmeno la sicurezza dei lanci durante le sue visite in cantiere. C’era in pratica un rapporto di fiducia tra il tecnico e il capocantiere che in caso di problemi lo avrebbe informato.

Nel pomeriggio ci sarà la requisitoria del procuratore generale sostituto Moreno Capella che durante il dibattimento ha posto molte domande tecniche agli imputati per capire quale fosse il grado di sicurezza in generale sul cantiere.

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L'inchiesta si allarga

Il Quotidiano 30.01.2021, 20:00

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