È attesa per oggi, martedì, l’ennesima comunicazione sulla crescita dei premi di cassa malati per il 2026. Intanto, siamo in grado di illustrare alcuni dati che concernono l’aumento dei costi della salute nel 2024: per il Ticino si tratta di un aumento piuttosto consistente, superiore alla media svizzera. Molto meno pronunciato, invece, quello fatto registrare nei Grigioni.
I costi della salute sono ulteriormente cresciuti, in Svizzera del 4,76%, ma in Ticino del 6%. E anche per i primi due trimestri del 2025 siamo su questi valori. Che prospettive, quindi, per i premi? Il loro aumento in Ticino si collocherà “attorno al 7%”, anticipa al Quotidiano Bruno Cereghetti: “Dovrebbe essere un po’ meno del 7%, ma l’ordine di grandezza sarà di quelle proporzioni”, stima l’esperto di assicurazioni malattia. E intanto il Ticino, con 5’890 franchi a persona, si colloca al primo posto nella classifica che mette a confronto tutti i Cantoni: si tratta di un quarto in più rispetto alla media nazionale, che si attesta a 4’720 franchi.

Circa le cause di queste dinamiche va rilevato che “abbiamo una popolazione più anziana della media svizzera” e che “parte dell’immigrazione interna” è costituita “da persone piuttosto anziane”, osserva ai microfoni della RSI Carlo De Pietro, specialista di politica sanitaria presso la SUPSI, precisando che questo “inevitabilmente carica il sistema di alcuni oneri”. Più nel dettaglio si può constatare che crescono i costi legati ai trattamenti medici (+5,81%), ma anche quelli ospedalieri, sia ambulatoriali che stazionari. E a crescere sono anche i costi per le analisi di laboratorio, la fisioterapia, le case anziani, l’aiuto a domicilio e le altre prestazioni che includono in particolare la psicoterapia psicologica.
Come agire per far fronte a questi costi? “Il sistema è articolato e credo che ci sia spazio per essere attenti e tentare di contenere l’aumento dei costi in praticamente tutti i settori”, afferma De Pietro. Ma forse “la politica locale non ha aiutato a prendere decisioni più veloci”, visto che è stato impiegato “molto tempo con decisioni piuttosto blande”.

Grigioni: verso aumenti più contenuti
Anche nel Canton Grigioni i costi sanitari aumentano ma in modo molto più contenuto rispetto al Ticino: +2,9%. Se paragoniamo i costi dei due cantoni rispetto alla media svizzera, la differenza è davvero netta: tutti sopra la media quelli ticinesi, tutti sotto quelli grigionesi. Ma la percentuale di persone anziane non è poi così diversa: nella fascia fra i 65 e i 79 anni è infatti praticamente uguale, mentre la quota di ultraottantenni in Ticino è leggermente superiore. Ma non va però mai dimenticato che “i veri costi sono quelli della malattia conclamata”, afferma Cereghetti, sottolineando che quelli maggiori i costi “si hanno negli ultimi 6 mesi di vita”.
Inoltre il Ticino, rispetto ai Grigioni ha poi una storia sanitaria diversa, con un’offerta molto più ricca e articolata di ospedali e cliniche private. Ma proprio “questa moltitudine di attori”, rileva De Pietro, “non sempre in questo settore riesce a tenere i costi più bassi”. A volte, anzi, rende “un pochino più complicata la regia complessiva del settore”. Il Dipartimento sanità e socialità (DSS) ha tentato in questi anni di intervenire con alcune moratorie sulle specialità mediche in esubero e sul numero degli infermieri indipendenti. Ma è troppo presto però per vedere gli effetti di questi tentativi di limitazione dell’offerta.
Bruno Cereghetti afferma però di non comprendere “la politica dipartimentale in questo momento”. È chiaro che, ragionando in chiave puramente economicistica, basterebbe chiudere ospedali, impedire accessi a fornitori di prestazioni, per ottenere automaticamente cali dei costi. “Ma che ripercussioni si avranno sulla popolazione?”, si chiede l’esperto, rilevando che già oggi ci sono “e sono ultimamente aumentate delle liste d’attesa” in Ticino“ per poter accedere” a prestazioni sanitarie. E in questa situazione “sono le fasce economiche più deboli che pagano le conseguenze maggiori”.
“Dobbiamo essere molto coscienti”, osserva per parte sua De Pietro, “che buona parte della nostra spesa è legata a volumi più alti che nel resto della Svizzera”. Occorre quindi verificare “se quei volumi meritino sempre un finanziamento pubblico, oppure semipubblico, quale è per esempio quello della cassa malattia”. Ma forse bisogna forse lavorare sul livello di aspettative. Esse, infatti, sono “estremamente elevate rispetto alla prontezza nella presa a carico, al livello di comfort che troviamo”
La responsabilità insomma è forse anche nostra. D’altra parte però le tecniche mediche e i farmaci di ultima generazione sono sempre più costosi. Difficile, quindi. pensare di ridurre drasticamente i costi senza intervenire sulle prestazioni.