Ticino e Grigioni

L’edilizia stacca, tra ferie collettive e crisi di manodopera

Solo in Ticino il contratto garantisce due settimane di vacanza estiva per tutti nel settore - Una norma che divide imprese e sindacati, mentre la professione attrae sempre meno giovani

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L'edilizia alle prese con la carenza di manodopera

Il Quotidiano 30.07.2025, 19:00

Di: Il Quotidiano/Savi/Spi 

In questo ambito il Ticino è un unicum. A inizio agosto molti lavoratori dell’edilizia andranno in vacanza anche negli altri cantoni, ma solo il Contratto collettivo ticinese prevede due settimane di ferie per tutti. E la norma - frutto di un accordo fra sindacati e datori di lavoro - suscita discussioni all’interno di entrambi i fronti.

“Gli impresari delle grandi imprese riescono a organizzare anche le vacanze scaglionate, le medie e piccole imprese invece no. Hanno più difficoltà”, afferma ai microfoni del Quotidiano Paolo Locatelli, vicesegretario cantonale OCST. “I lavoratori obiettano, apertamente, ‘Ma ci mandate in vacanza quando fa più caldo, c’è più traffico, costa di più? Non possiamo prevedere delle ferie differenziate?’”.

Da una prospettiva sindacale, comunque, è importante che i lavoratori dell’edilizia possano beneficiare di ferie estive: “Agosto, ma l’estate in generale, significa anche vacanze scolastiche”, fa notare Giangiorgio Gargantini, segretario cantonale UNIA. “Significa anche poter partire con la famiglia e i figli. È qualcosa di importante a livello di conciliabilità tra vita familiare e vita lavorativa. Per questo è importante per i sindacati che le vacanze collettive siano mantenute”.

E se le vacanze collettive sono ormai un rito, molte altre cose nell’edilizia stanno cambiando. I lavoratori sono in calo da anni e proprio in questi giorni gli impresari costruttori hanno lanciato un nuovo allarme: manca la manodopera qualificata e il ricambio generazionale non è garantito. Anche se lo stipendio medio di un muratore si aggira fra i 5-6’000 franchi, i giovani snobbano la professione e quest’anno sono solo 24 i contratti d’apprendistato già firmati.

“Un tempo - ricorda Locatelli - c’erano i muratori che portavano in impresa i figli, i cugini e i fratelli. Oggi, credo, che gli stessi lavoratori, con una certa età, non dicano più ai propri figli: ‘Venite in Svizzera a fare i muratori’. Proprio perché è un lavoro duro”. I tempi sono mutati, anche secondo Gargantini: “Se un tempo, fino a dieci anni fa, era buon uso e regola che non si lavorasse sotto la pioggia. Negli ultimi anni facciamo sempre più fatica a imporre il rispetto del contratto su questi punti. Perché si tende a correre sempre di più, a voler massimizzare i profitti aumentando i ritmi a livelli impossibili. Se ci sono meno lavoratori e meno giovani che entrano nella professione è perché lo sanno”.

Come motivarli? In autunno proseguiranno i negoziati per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro nazionale e cantonale. E certamente la carenza di manodopera è una carta nelle mani dei sindacati.

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