Ticino e Grigioni

La Solar Turbines di Lavertezzo cancellerà 31 posti

Si precisa il numero degli impieghi tagliati dall’azienda - A questi si aggiungono 9 prepensionamenti - A monte ci sarebbe la volontà di dislocare la produzione in Cechia

  • 17.11.2023, 12:30
  • 24.11.2023, 10:50
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Dislocare e tagliare, la decisione della Solar Turbines di Lavertezzo

  • RSI
Di: RG/RSI Info 

Saranno 31, secondo fonti della RSI, i posti cancellati alla Solar Turbines (ex Turbomach) di Lavertezzo. A questi si aggiungono 9 prepensionamenti. La misura sarà concretizzata nell’arco di due anni, dal 2024 al 2025. Una settimana fa era emersa la notizia dell’avvio della consultazione da parte dell’azienda, che ha un organico di circa duecento dipendenti, con il Cantone. Per i licenziati è previsto un piano sociale che però non ha coinvolto i sindacati.

La messa a fuoco dell’entità del taglio giunge venerdì, nel giorno in cui è stato annunciato che la produzione del settore secondario in Svizzera ha segnato nel terzo trimestre una crescita del 2%. Gli analisti, che prevedevano un calo, sono rimasti sorpresi. A Lavertezzo, invece, il ridimensionamento non sarebbe dovuto a difficoltà finanziarie, ma alla volontà di dislocare una parte delle attività in Cechia.

AITI: “La competitività del Ticino sta venendo meno”

“È sicuramente un campanello d’allarme del quale tener conto. Anche perché a livello mondiale c’è un problema di congiuntura che sta rallentando”, dice Oliviero Pesenti, presidente di AITI, l’Associazione Industrie ticinesi. I licenziamenti, dice Pesenti parlando in generale, “vanno iscritti a diversi fattori. Uno è quello della competitività del territorio che probabilmente sta venendo un po’ meno. Nei momenti di crisi avremmo bisogno di condizioni quadro un po’ più puntuali”.

Stando ad AITI ci sarebbero altre quindici aziende che stanno valutando possibili licenziamenti. A salvarsi per il momento è solo l’orologeria. Ma le notizie di cronaca preoccupano il presidente Pesenti: “Basta vedere l’accordo tra Berna e Roma sul telelavoro dove si è arrivati ad un’intesa sul 25% del tempo, contro il 40% sottoscritto con la Francia. Significa che il nostro governo è debole e non ha saputo difendere l’interesse dei lavoratori e delle aziende che sono sul mercato ticinese”. Poter lavorare in remoto un solo giorno alla settimana, secondo Pesenti, “comporterà dei grossi rischi anche per trovare le persone disposte a venire a lavorare sul nostro territorio”.

03:31

RG 12.30 del 17.11.23 Lo stato dell’industria ticinese, servizio di Christian Gilardoni

RSI Info 17.11.2023, 12:09

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