La fine dell’anno è tempo di bilanci anche per la cultura ticinese. I dati più recenti - che riguardano il 2024 - parlano di una leggera diminuzione delle organizzazioni culturali, oggi 904 in tutto il Cantone, con la musica come ambito più rappresentato, seguita dalle arti visive e dalla mediazione culturale. Le attività restano concentrate soprattutto nei poli urbani, con Lugano in testa, seguita da Locarno e Mendrisio. L’offerta museale e il numero di visitatori risultano sostanzialmente stabili, attorno al mezzo milione all’anno.
Sul fronte dei finanziamenti, per il secondo anno consecutivo Cantone e Comuni hanno aumentato la spesa per la cultura, arrivando a circa 44 milioni di franchi. Il Ticino si colloca così al nono posto a livello nazionale tra i cantoni che investono di più nel settore, avvicinandosi ai valori pre-pandemia.
Accanto ai numeri, il settore continua a interrogarsi sul proprio futuro. Tra i temi emersi figurano le prospettive della cultura indipendente, il censimento degli spazi dismessi potenzialmente utilizzabili, la difficoltà di comunicare in modo semplice ed efficace l’offerta culturale, e i passi avanti compiuti per rendere la cultura più accessibile alle persone con disabilità motorie o cognitive.
SEIDISERA ha approfondito la situazione del settore museale parlando con Carole Hänsler, direttrice di Bellinzona Musei e presidente dell’Associazione musei svizzeri. Parlando della distribuzione dei visitatori tra le diverse regioni del Cantone, Hänsler ha spiegato che il predominio del Sottoceneri è legato anche alla maggiore concentrazione di istituzioni museali nel Luganese, mentre il Locarnese, pur essendo una regione a forte vocazione turistica, è più orientato verso altri ambiti culturali e un’offerta legata all’outdoor, dove “la visita culturale è più un accessorio che un’attrazione primaria”.
Quanto alla frequentazione, il museo più visitato del Ticino resta la Swissminiatur, con 115’300 visitatori all’anno, davanti a istituzioni come il MASI di Lugano o il Museo dei fossili del Monte San Giorgio. Un risultato che, secondo Hänsler, va interpretato tenendo conto della concorrenza con offerte legate al tempo libero e all’intrattenimento, che rende poco immediati i confronti tra istituzioni di natura e missione diverse.
Infine, Hänsler ha ricordato che le statistiche non possono limitarsi al solo numero di visitatori, ma devono considerare anche attività come la mediazione culturale, il restauro e la conservazione. L’aumento della spesa pubblica viene letto come un segnale positivo e come il frutto di un lavoro svolto nel tempo, in un contesto in cui cresce l’interesse del pubblico per istituzioni culturali ritenute credibili e attendibili.








