Solo il rapporto del medico legale fornirà indicazioni più precise, in un senso o nell’altro. Tutte le piste (omicidio, suicidio, incidente) restano aperte. Dall’inchiesta sulla morte della 24enne eritrea, deceduta la sera del 3 luglio, a Bellinzona, dopo essere caduta dal balcone di casa, cominciano a emergere però alcuni elementi. Non decisivi, ma comunque importanti.
La giovane – ha stabilito l’autopsia – è precipitata di testa, atterrando sul suo lato destro. Lo dimostrano le ferite riportate al volto, come pure il polso rotto. Un particolare non da poco. È cioè la prova del fatto che la donna, al momento dell’impatto, ha cercato di proteggersi con le mani. Questo potrebbe deporre a favore della tesi accusatoria. Ma il condizionale è d’obbligo; ogni conclusione – come detto – sarebbe prematura.
Lo stesso vale per i segni riscontrati sul corpo della 24enne. Sono tutti da imputare alla caduta, o ci sono anche tracce di una colluttazione? Dal carcere il compagno continua a negare ogni addebito. Ammette soltanto di avere avuto con la convivente una discussione, legata a motivi famigliari. Molto probabilmente gli inquirenti, coordinati dal procuratore pubblico Moreno Capella, effettueranno una ricostruzione sul posto. Esclusa invece (almeno per ora) l’ipotesi di una perizia psichiatrica.
CSI dell'11.07.17; il servizio di Francesco Lepori
RSI Info 11.07.2017, 19:05
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Francesco Lepori
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