Passione, precisione e forza. Non esattamente in ordine crescente. La professione del selvicoltore richiede doti non comuni, come si è potuto apprezzare sabato a Faido, dove si è svolta la 30esima edizione del Pentathlon del boscaiolo. Con numeri da record: nelle cinque prove di abilità, con i classici attrezzi da taglio, si sono cimentate 37 squadre e 117 concorrenti, tra cui 18 apprendisti.
La cura del bosco, quest’anno martoriato dalla siccità e dalle temperature torride, richiede operatori formati e le forze fresche non mancano, come ricorda Henrik Bang, presidente del comitato organizzatore, parlando della filiera che comprende una cinquantina di aziende, cento apprendisti e un indotto che rimane tendenzialmente locale, con decine di milioni di investimento da parte della Sezione forestale.
Alla professione ci si può arrivare per passione e tradizione, o per entrambe, come nel caso di Matteo Cairoli: “Mi sono innamorato della natura. Ed è anche una passione ereditata dalla famiglia”.
E se oggi era una giornata di festa, da domani si tornerà a pensare alla salute degli alberi: "Il bosco sta soffrendo molto il periodo siccitoso e lo si vede nelle piante, soprattutto nel Sottoceneri, che sono sottoposte a un grande stress" dice Roland David, capo della Sezione forestale. Difficile per ora valutare i danni, se ne saprà di più la prossima primavera. Il cambiamento delle specie arboree però è già iniziato.