L’Istituto per le opere di religione, meglio noto con la sigla IOR, nel 2012 ha quadruplicato il suo utile rispetto all’anno precedente, portandolo a 86,6 milioni di euro (106 milioni di franchi). Questa manna gli ha permesso di contribuire con 54,7 milioni di euro al bilancio della Santa Sede.
Vertici azzerati
Non sono però tanto le cifre a far notizia, quanto il fatto che per la prima volta i risultati della “banca del Papa” sono stati pubblicati sul (nuovo) sito internet sotto forma di rapporto annuale. Si tratta di una tappa nella politica di trasparenza voluta dal Vaticano per un istituto criticato in passato per la sua opacità. Nel giugno del 2012 la bufera aveva travolto l'allora presidente Ettore Gotti Tedeschi, mentre l'arresto di monsignor Nunzio Scarano, scoperto a trasferire illegalmente fondi dalla Svizzera e a processo dal prossimo 3 dicembre, aveva di fatto azzerato i vertici il 1° luglio di quest'anno.
Ridotti i rischi
Presidente da febbraio e ora anche direttore generale ad interim, Ernst von Freyberg ha sottolineato che la sua gestione è orientata “verso una bassa esposizione ai rischi” e che lo IOR “sarà fedele all’impegno di garantire chiarezza sulle sue attività, rispondendo alle attese legittime della Chiesa cattolica, delle autorità vaticane, dei clienti e delle banche con cui siamo in rapporti di affari”.
Nel 2013 spese straordinarie per la riforma
Il grosso della riforma, però, deve ancora arrivare e l’industriale tedesco ha già preannunciato che il bilancio 2013 sarà segnato dalle spese straordinarie legate alla riorganizzazione voluta da Papa Francesco nel quadro della più ampia riforma delle strutture della Chiesa. Una commissione dovrà fare rapporto al Pontefice su situazione attuale e possibili soluzioni. Il tema non dovrebbe ancora far parte di quelli discussi da martedì a giovedì nell’ambito della prima riunione del nuovo consiglio dei cardinali e la coincidenza temporale fra l’inizio delle consultazioni e la pubblicazione del bilancio è solo casuale, ha insistito il portavoce vaticano Federico Lombardi.
Casi di riciclaggio
Già da anni un gruppo di esperti europei segue le attività dello IOR, con l’obiettivo dell’iscrizione del Vaticano sulla “lista bianca” degli Stati che non riciclano denaro sporco. La banca gestisce di migliaia di conti di preti, vescovi e congregazioni religiose, che vengono attualmente controllati a uno a uno, ma è anche lo strumento utile per il passaggio del denaro che va a finanziare le opere della Chiesa nel mondo intero. Accanto a questi, però, ha visto transitare per esempio anche fondi della mafia, “ripuliti” e reinseriti nel circuito bancario italiano. E non più tardi di lunedì fonti interne hanno rivelato l’intenzione di chiudere tutti i conti detenuti da ambasciate straniere, per le inquietudini suscitate da importanti depositi e prelievi in contanti operati dalle rappresentanze iraniana, irachena e indonesiana.
PON/afp/ansa
Gallery image - Lo IOR un po' più trasparente
Le cifre
L’utile netto dello IOR è cresciuto nel 2012 a 86,6 milioni di euro dai 20,3 del 2011. Di questi, 54,7 milioni sono confluiti nel budget della Chiesa, 31,9 nelle riserve per rischi operativi. La differenza fra gli interessi maturati sugli attivi e quelli corrisposti ai clienti è stata di 52,2 milioni. Al bilancio hanno contribuito anche 12,2 milioni di commissioni nette sulle gestioni patrimoniali e altre operazioni e 51,1 milioni di proventi netti da attività di negoziazione. I costi operativi, comprendenti in particolare i salari dei dipendenti, sono ammontati a 23,9 milioni. Nel corso dello scorso anno, i conti affidati in gestione da clienti hanno infine toccato i 6,3 miliardi (2,3 in depositi, 3,2 in contratti di gestione patrimoniale e 0,8 in contratti di custodia titoli).