Matteo Cheda, fondatore della Scuola di giornalismo di Bellinzona, ha reso noto martedì di essersi autodenunciato al Ministero pubblico per usura e concorrenza sleale, pur ritenendo di non aver commesso reati. Cheda si è autoaccusato dopo una segnalazione ricevuta dal sindacato OCST.
Il giornalista ricorda che “la Scuola è no-profit e la frequenza è gratuita”. Ogni allievo riceve una piccola retribuzione per 12 mesi e un abbonamento per i mezzi pubblici. “I datori di lavoro”, ricorda Matteo Cheda, versano alla scuola il valore della prestazione fornita dagli allievi e gli studenti volontari “finanziano salario e formazione agli altri”.
Cheda ha spiegato che per l’OCST il metodo di finanziamento è illegale, paragonato al caporalato e il 30 marzo il sindacato l’ha informato dell’intenzione “di far scattare una gogna mediatica” se non avesse cambiato sistema. Tale “spada di Damocle” l'ha indotto venerdì ad attivare le autorità per "fare chiarezza giuridica poichè su un tema così importante non ci può essere incertezza". Intanto il corso va avanti regolarmente.
EnCa
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