Ticino e Grigioni

"Metà la spacciavo, l’altra la consumavo"

Le organizzazioni criminali dell’Est Europa trafficano cocaina anche in Ticino, tramite emissari che si appoggiano ai consumatori locali

  • 28 aprile 2022, 05:44
  • 15 settembre 2023, 15:53

Lo spaccio in cambio del consumo

RSI 28.04.2022, 06:51

Di: Ludovico Camposampiero e Fabio Dotti / Immagini: Alessandro Ferraro

Il traffico di droga in Ticino ha molte sfaccettature e vari protagonisti. Tra questi ci sono anche le organizzazioni criminali provenienti dall’Europa dell’est, che agiscono per conto di emissari presenti sul territorio. Uomini che si muovono veloci lasciando poche tracce. Finora gestivano quasi esclusivamente eroina, ma le inchieste condotte nel 2021 hanno appurato lo spostamento degli equilibri interni a queste organizzazioni: attirati dai lauti guadagni generati dalla vendita al dettaglio, ora trafficano anche grossi quantitativi di cocaina. I membri di questi gruppi si appoggiano spesso ai consumatori locali, assoldandoli come spacciatori o facendosi ospitare per brevi periodi, ripagandoli in denaro o dosi di cocaina.

Marco ha lavorato per loro. È appena uscito di prigione e ha accettato di raccontare alla RSI la sua storia. Comincia sciorinando veloce alcune cifre: quotidianamente, racconta, "andavamo a ritirare 20-25 palline di cocaina che avevano un peso di 0,7 grammi per pallina. Se facciamo il calcolo sono 14 grammi al giorno".

Lo incontriamo per strada. Accetta di parlarci a condizione di non rivelare il suo vero nome e mantenendo sempre il cappuccio della felpa calato sulla testa. Ci spiega che sul territorio "ci sono varie persone che si muovono per fare le consegne". Anche lui faceva uso sistematico di cocaina e per questo motivo aveva spesso contatto con i trafficanti. "A un certo punto avevano bisogno di corrieri e così mi hanno proposto di lavorare per loro - spiega -. Sono andato avanti a dare una mano; l’ho fatto perché così potevo consumare droga gratis".

Chi gestisce i traffici non ha un nome né un volto

Marco non conosce l’identità di chi gli ha proposto di diventare uno spacciatore, di fare quello che in gergo si chiama "aiuto cavallino": “Chi me l’ha chiesto è qualcuno che non si fa mai vedere né sentire. Anche i corrieri vengono contattati da questa persona, che però è anonima: ha mille contatti, quasi tutti hanno il suo numero ma nessuno sa chi è. Si scrive a lui, poi lui scrive ai corrieri che fanno le consegne. Sono persone che arrivano dall’Albania ma sono persone comuni; ci scambi due saluti ma non sai chi sono, come si chiamano. Le vedi solo per lo scambio: soldi e droga”.

Campione d'Italia fulcro del traffico

La droga, rivela Marco, veniva prelevata a Campione d’Italia: “Ho ritirato circa un chilo di cocaina e ne ho consumato circa la metà. Per i soldi si tornava a Campione: si lasciava la mazzetta di denaro e si ritirava altra sostanza; facevo avanti e indietro quasi tutti i giorni." Il traffico che aveva come centro logistico l'enclave è stato nel frattempo smantellato e diverse persone sono state arrestate e processate in Italia e in Svizzera.

Marco prosegue il suo racconto senza esitazioni. Nonostante l'assiduo consumo di droga che ha caratterizzato la sua vita in questi ultimi anni, mantiene un ricordo nitido del periodo durante il quale ha collaborato in Ticino con l'organizzazione. Lui era solo una pedina. Ha lavorato come aiuto corriere per circa due mesi, consegnano ai suoi contatti in tutto circa 60’000 franchi.

Cocaina in dogana a Campione

Il Quotidiano 31.01.2020, 20:00

Trafficanti puri e spacciatori-consumatori

"Non sono sorpreso da questa testimonianza: è una delle molte che si potrebbero raccogliere da chi lavora con queste organizzazioni, che sfruttano lo stato di bisogno dei consumatori di sostanze stupefacenti". Reagisce così il commissario capo Paolo Lopa ai nostri microfoni. Lopa, capo della sezione antidroga della polizia cantonale, spiega che in Ticino per quanto riguarda il traffico di cocaina ed eroina si ha a che fare da una parte con consumatori che diventano spacciatori per poter far fronte alla loro dipendenza, dall'altra con trafficanti puri, che non si drogano, dedicandosi esclusivamente al traffico.

"Raramente i capi di queste organizzazioni, che possono avere base in Albania, in Italia o in altri paesi, varcano la frontiera", continua Lopa. Mandano però in Ticino i loro emissari, che approfittano della condiscendenza di chi fa uso di droghe. Le sostanze stupefacenti viaggiano da sud a nord e viceversa. In Ticino, che si trova lungo uno degli assi più trafficati d'Europa, le autorità hanno spesso a che fare con droga in transito. Questo, aggiunge il commissario capo, "ci provoca un carico di lavoro aggiuntivo".

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Il commissario capo Paolo Lopa, responsabile della sezione antidroga della polizia cantonale ticinese

"Ho smesso, ma poco dopo sono finito in manette"

Marco conclude il suo racconto spiegando che la situazione per lui era diventata insostenibile e per questo ha deciso di smettere: “Mi ero promesso di non spacciare mai ma ci sono cascato, succube della droga. Dopo una settimana che ho smesso la polizia è venuta a prendermi. Sono andato a fare il verbale e siccome avevano fermato altre persone prima di me conoscevano già l’inizio della storia. Poi è arrivata la carcerazione, come è giusto che sia”.

Nel frattempo, Marco ha finito di scontare la sua pena, ha smesso di consumare sostanze stupefacenti e ha tagliato i ponti con i trafficanti.

Droga: testimonianza e analisi del traffico in Ticino

SEIDISERA 27.04.2022, 18:47

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