Per un voto, gli stranieri non potranno votare. Il Consiglio comunale di Coira giovedì ha infatti ha bocciato la proposta di accogliere alle urne anche le persone con permesso C che vivono in Svizzera da almeno dieci anni e nella capitale grigionese almeno da tre. Sul tavolo c’era il loro diritto di esprimersi su temi d’interesse locale, di firmare iniziative popolari e di partecipare alle elezioni comunali, come votanti e come candidati. Un diritto che viene già concesso da un terzo dei Comuni retici.
I favorevoli credono che gli stranieri, pagando le tasse e avendo in gran parte gli stessi obblighi degli svizzeri, debbano poter essere coinvolti nelle decisioni politiche. I contrari, invece, vogliono riservare questa possibilità a chi si impegna ad ottenere la cittadinanza svizzera, dimostrando di volersi integrare sotto tutti i punti di vista nella comunità locale
I numeri sul tavolo della politica
A Coira nel 2024 vivevano più di 4’200 persone con un permesso C, un numero in crescita, così come quello dei titolari di un permesso B. A beneficiare del diritto di voto e di eleggibilità sarebbero stati circa 3’500 stranieri. Per concederglielo, il gruppo socialista aveva presentato una mozione approvata dal Consiglio comunale un anno fa grazie al sostegno di Verdi e Verdi liberali. Allora era finita 10-9, ma c’erano delle assenze. Giovedì, a ranghi completi, UDC, PLR e Centro hanno ribaltato le sorti dello scontro politico per 11-10.
“A loro vorrei dire che la proposta è stata discussa e che dobbiamo accettare il risultato della votazione. Servirà ancora del tempo per fare questo passo”, ha detto ai microfoni della RSI il sindaco di Coira Hans Martin Meuli. “Come Municipio eravamo pronti. Lo vedevamo come qualcosa di positivo per l’integrazione. Molte di queste persone sono attive in diversi ambiti, dallo sport, alla cultura, all’amministrazione pubblica, e danno un contributo importante alla nostra società: per questo abbiamo sostenuto questa richiesta, ma il Consiglio comunale ha deciso altrimenti”.
Sul tema del diritto al voto, Coira prossimamente dovrà prendere un’altra decisione: quella sulla proposta di abbassare l’età minima per andare alle urne da 18 a 16 anni.