Ticino e Grigioni

Oltre gli stereotipi: la sfida delle scelte professionali non convenzionali

Dalla Giornata Nuovo Futuro alle disparità di genere nel mondo del lavoro: un’analisi delle opportunità e degli ostacoli per giovani che scelgono percorsi atipici

  • Un'ora fa
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Che mestiere farò da grande

Prima Ora 13.11.2025, 18:00

Di: PRIMA ORA/sdr 

Migliaia di alunni delle scuole medie in tutta la Svizzera giovedì hanno accompagnato i loro genitori sul posto di lavoro o hanno partecipato a progetti supplementari in occasione della Giornata Nuovo Futuro. In totale, 2’828 aziende e istituzioni hanno aperto le loro porte. La speciale giornata apre nuove prospettive a migliaia di giovani, incoraggiandoli a costruire il proprio percorso di vita e professionale in piena libertà, al di là di stereotipi e ruoli tradizionali, precisano gli organizzatori, ma anche del proprio genere, come illustrato dalla testimonianza raccolta dalla trasmissione della RSI Prima Ora.

La storia di Lucia Metzger, falegname per passione

Il racconto arriva infatti da Lucia Metzger, che ha scelto di intraprendere la professione di falegname. “Io - ha riferito la giovane Lucia a Prima Ora - in realtà ho fatto altri studi. Prima ho fatto il liceo scientifico poi avevo il sogno di diventare attrice, ho fatto un’accademia teatrale, mi sono diplomata, ho iniziato a navigare in questo mondo fino a che ho visto che l’instabilità economica e l’arrivo del Covid mi hanno un po’ bloccato in questo sogno. Ho dovuto reinventarmi. Per puro caso c’era un progetto che insegnava il lavoro del falegname a dei ragazzi migranti e io sono andata in supporto al maestro, più che altro per una traduzione dall’inglese all’italiano. Ma, mettendo mano, mi sono innamorata di questo lavoro e quindi ho detto “studio” e ho trovato un apprendistato. Ho iniziato e concluso”. Concluso anche egregiamente, dal momento che ha vinto anche un premio. Famiglia e amici hanno supportato questa passione, non ci sono state resistenze. “Durante la formazione, spiega ancora, più che resistenza direi stupore. Tante persone mi chiedevano ma lei è veramente una donna? Ma è veramente un falegname? Io rispondevo sì, sì, entrambe le cose. Tante persone non si aspettano ancora che una donna possa fare un lavoro così maschile”.

Disparità di genere nelle scelte formative e professionali

A proposito di generi e professioni, vi sono alcuni dati che riguardano il Canton Ticino che fanno riflettere. Meno del 50% delle ragazze sceglie una formazione professionale dopo la scuola dell’obbligo. Chi opta per la formazione professionale preferisce la scuola a tempo pieno rispetto a un tirocinio. Il 50% delle apprendiste donne sceglie tra cinque professioni su 245 disponibili.
Il 50% degli apprendisti maschi si focalizza su 16 professioni. I ragazzi non sembrano prendere in considerazione strade ritenute atipiche per il genere maschile.

Lavinia Gianettoni, ricercatrice all’Università di Losanna, Facoltà di Scienze sociali e politiche che si occupa di stereotipi di genere anche in ambito formativo e professionale, spiega alla RSI che “senza dubbio la discriminazione di genere continua a influenzare i percorsi professionali a diversi livelli. Già a livello delle aspirazioni professionali si può constatare che c’è veramente una riproduzione degli stereotipi di genere con comunque più possibilità di scelta per i ragazzi, perché le diverse possibilità di scegliere una professione sono molto più larghe, e meno possibilità per le ragazze. Secondariamente, quello che si può constatare è che a livello delle aspirazioni i ragazzi rimangono veramente in una logica di riproduzione degli stereotipi di genere: pochissimi ragazzi aspirano a dei mestieri che sono considerati statisticamente tipicamente femminili, mentre comunque ci sono delle ragazze - e nelle nostre ricerche fino a un quinto, quindi attorno al 20% - che in teoria aspirano a delle professioni piuttosto maschili. Il problema è che poi queste ragazze non si trovano per forza né a iniziare né tantomeno a terminare una formazione professionale atipica e questo per delle ragioni anche di discriminazione. Abbiamo potuto constatare che le ragazze che si lanciano in una formazione professionale tipicamente maschile, nel Canton Ginevra, sono comunque spesso vittime di di discriminazioni o di violenza. Non tutte chiaramente subiscono discriminazioni e violenze, però abbiamo un 50% di ragazze - per esempio - che dichiarano aver vissuto violenze verbali in ragione del loro sesso del loro genere”.

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Nuovo futuro, le professioni e il genere

Il Quotidiano 13.11.2025, 19:00

Le professioni più toccate dagli stereotipi di genere

Entrando invece nel merito delle professioni più toccate dagli stereotipi di genere, la stessa ricercatrice spiega che ci sono veramente le professioni ritenute tipicamente femminili che sono nell’ambito della salute, nel sociale ecc. Tutto ciò partendo dall’idea che le donne per natura sarebbero più sensibili, più generose, più disponibili per aiutare l’altro e quindi per natura dovrebbero orientarsi verso questi mestieri Poi ci sono i mestieri tipicamente maschili come quelli nelle costruzioni, per esempio il falegname fa parte di di di questi mestieri, dove sono le competenze tecniche che sono messe avanti. Le ragazze che entrano in questo tipo di professioni devono dimostrare le loro competenze, come i ragazzi normalmente, ma in più - ribadisce la professoressa, “devono provare che, malgrado il fatto che sono delle ragazze, possono acquisire queste competenze. Questo è veramente qualcosa che pesa molto e che permette difficilmente delle ragazze che magari sono meno sicure di se stesse, o che non hanno un sostegno familiare, di arrivare o già di lanciarsi e poi di riuscire a sopportare eventuali situazioni di sessismo per esempio”. Oppure vi sono atteggiamenti benevoli ma “scivolosi”: per esempio datori di lavoro che, magari senza nessuna cattiveria, trattano in modo un po’ iperprotettivo le apprendiste e questo le fa sentire poco al loro posto. Un trattamento differenziato che magari è fatto nella logica di aiutare, conclude, ma che finisce comunque per essere difficile da vivere a livello identitario dalle ragazze.

Resistenze e inversioni: dal percorso formativo al mondo del lavoro

Un’ultima considerazione che arriva dall’Università di Losanna riguarda le resistenze che si invertono. La ricerca mostra infatti che esistono differenze significative nelle esperienze di uomini e donne che scelgono professioni tradizionalmente associate al genere opposto. I ragazzi che scelgono professioni “femminili” incontrano più resistenze familiari, percepite come scelte che potrebbero portare a una perdita di status. Al contrario, le ragazze che scelgono professioni “maschili” sono spesso incoraggiate, viste come coraggiose. Tuttavia, una volta nel mercato del lavoro, la situazione si inverte. I ragazzi in professioni “femminili” generalmente non incontrano difficoltà nell’essere accettati e valorizzati, ottenendo facilmente responsabilità e compiti interessanti. Le ragazze in professioni “maschili”, invece, spesso si trovano a svolgere compiti meno interessanti e ad avere meno responsabilità. Questa disparità può portare a situazioni difficili, soprattutto per le ragazze con meno fiducia in sé stesse o meno sostegno. In alcuni casi, queste discriminazioni possono portare all’abbandono dell’apprendistato, non per mancanza di competenze o interesse, ma per l’impossibilità di sopportare un clima lavorativo ostile. Da qui l’importanza dunque di sensibilizzare tutti, allievi, famiglie, formatori, aziende.

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Ticino: alla scoperta di professioni senza stereotipi

SEIDISERA 13.11.2025, 18:00

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