Ticino e Grigioni

Predatori nella rete, ecco i campanelli d’allarme

La pedagogista dell’ASPI parla della prevenzione: “Il nostro obiettivo è di cercare di dare ai bambini gli strumenti di comprensione”

  • 22 febbraio, 05:47

Come difendersi dalla minaccia online

Il Quotidiano 21.02.2024, 19:00

Di: QUOT/SEIDISERA/RSI Info

I campanelli d’allarme ci sono, ma bisogna saperli riconoscere. Il caso del pedofilo seriale condannato martedì a Lugano, che adescava le proprie vittime nella rete, rende quanto mai importante il saper riconoscere un predatore. In generale la capacità di gestire la propria sfera intima può essere di grande aiuto, come spiega Lara Zgraggen, pedagogista ASPI - Aiuto, sostegno e protezione dell’infanzia. “Il modus operandi mette in risalto quanto sia machiavellico l’agire dei pedofili e degli adescatori, per come riescano a manipolare la mente di ragazzine e ragazzini”.

Il progetto e-www@i! di ASPI persegue la sensibilizzazione nelle scuole. “Il tema dell’adescamento è uno di quelli che trattiamo sia alle elementari che alle medie - racconta la pedagogista -. Il nostro obiettivo è di cercare di dare ai bambini gli strumenti di comprensione. Quindi capire quali sono i segnali di allarme e a cosa è importante prestare attenzione”.

In pratica gli strumenti per capire che non stanno chattando con un loro coetaneo. L’esperta cita alcuni dei campanelli d’allarme, ad esempio, “se si incontra una persona che si dimostra molto compiacente, molto gentile e che cerca di creare un rapporto di fiducia. Che magari utilizza la parola ‘segreto’, per creare un canale di comunicazione, unico e diretto, con l’obiettivo che il minorenne poi eviti di raccontare di questa amicizia. Sono segnali che possono far capire che la persona non è quella che dice di essere”. Altrettanto importante, continua Lara Zgraggen, è sapere cosa fare “di fronte a richieste esplicite di foto intime”. In quei casi, sottolinea, “bisogna bloccare e segnalare la persona”.

Per i genitori è invece “importante - dice la pedagogista - essere sempre presenti e monitorare le attività che i figli fanno online. È anche una bella occasione per scoprire insieme i giochi o i social. Inoltre bisogna essere aperti al dialogo e alla comunicazioni. Inoltre è importantissimo non giudicare le narrazioni che arrivano dai bambini, proprio per evitare di porre una chiusura. Essere pronti ad accogliere tutte le emozioni, dalla paura alla curiosità. Se il bambino percepisce che c’è un adulto di riferimento pronto ad accogliere sarà molto più portato a condividere tutte le sue esperienze, anche quelle meno piacevoli”.

Il cyberbullismo, l’altro pericolo della rete

Ma dalla rete possono emergere anche altre insidie, una su tutte il cyberbullismo. Ci sono giovani, spesso adolescenti, che possono arrivare a togliersi la vita a causa dei soprusi subiti online. Anche in questo caso decisiva è la prevenzione, come spiega il commissario Simone Caimi, responsabile del Gruppo minori della polizia cantonale “Ogni bullismo porta delle conseguenze. Quello che si può fare è sensibilizzare, far comprendere, far capire tramite il pensiero critico tutte le modalità. Cosa sta dietro a un atto o un’omissione di un atto, ma non è una prevenzione legata al timore. Se faccio questo rischio quest’altra cosa, questo non funziona”.

Per capire quanto il fenomeno sia presente il commissario ricorda che “l’attività di prevenzione occupa diverso tempo del Gruppo minori. Ciò ha sicuramente un effetto importante sulla recidiva. I numeri sono piuttosto stabili. Sono sempre, più o meno, 200 casi all’anno di conciliazione”. Si tratta quindi, spiega Caimi, “prima che il fatto sfoci in una denuncia o in una querela penale, di intervenire sul ragazzo, eventualmente sulla famiglia e capire cosa effettivamente ha portato a una violazione. Di norma se parliamo di dati, c’è un incremento per quello che riguarda i reati del Codice penale, ma riguardano soprattutto quelli contro il patrimonio, per quelli che concernono gli atti di bullismo c’è piuttosto una stabilità”.

                

Il cyberbullismo tra i giovani ticinesi

SEIDISERA 21.02.2024, 20:26

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