Ticino e Grigioni

Protesta contro l’aumento dei prezzi nelle mense scolastiche

SISA, il sindacato indipendente studenti e apprendisti, contesta il rincaro deciso dal Parlamento su proposta del Governo ticinese

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Il prezzo della mensa

Il Quotidiano 05.05.2025, 19:00

  • Ti Press
Di: SEIDISERA/Il Quotidiano/M. Ang. 

Da 50 a 70 franchi a settimana per pranzare durante i giorni di scuola, una cifra che ha un impatto su molte famiglie. Così, in seguito agli aumenti dei prezzi nelle mense scolastiche, il Sindacato indipendente di studenti e apprendisti (SISA) ha organizzato lunedì un pranzo di protesta al liceo di Bellinzona, contestando il rincaro deciso dal Parlamento su proposta del Governo ticinese.

Durante il pranzo di protesta gli studenti hanno potuto mangiare un pasto caldo direttamente in sede, grazie ai circa 30 volontari che si sono messi a disposizione per distribuire il pranzo (270 piatti di pasta) ai propri compagni e per raccogliere firme per la loro petizione. E molti docenti hanno già espresso solidarietà, spiegano gli studenti.

Ismael Camozzi, coordinatore del sindacato indipendente studenti e apprendisti, dal canto suo, ha spiegato alla RSI quali sono le rivendicazioni degli studenti: protestano per l’innalzamento dei costi nelle mense, “conseguenza del taglio di 100’000 franchi fatto dal Parlamento, che ha fatto aumentare i prezzi dai 10 ai 40 centesimi. Di conseguenza abbiamo deciso di lanciare una petizione e organizzare un pranzo di protesta per sabotare la mensa e per lanciare un messaggio forte al Cantone”.

Le richieste? Un piatto di pasta a 2 franchi, la revoca della riduzione di 100’000 franchi per le mense, un tetto massimo abbassato a 5 franchi per i menu delle mense “affinché il servizio possa essere veramente democratico”, lo stanziamento di un fondo destinato all’acquisto e all’installazione di forni a microonde e bollitori nelle scuole “che sia però proporzionale al numero di studenti per sede; con precedenza a quelle sedi, come il Liceo di Locarno, il Liceo di Bellinzona, che sono prive di mensa”, dice Camozzi.

Quella di 100’000 franchi potrebbe sembrare una cifra esigua - continua Camozzi - ma si somma “all’innalzamento dei costi dei mezzi di trasporto, alle tasse universitarie (che raddoppieranno per gli studenti svizzeri e triplicheranno per gli studenti stranieri). Per questo abbiamo deciso di organizzare questo pranzo, per dare un messaggio al Cantone, al DECS, al Parlamento e chiedere loro un intervento urgente per occuparsi, una volta per tutte, del precariato giovanile in Ticino”.

Camozzi sottolinea di aver ricevuto diverse segnalazioni da parte di studentesse e studenti, “costretti a saltare addirittura 1 o 2 pasti alla settimana”, oppure a ripiegare su alternative che sono più economiche ma allo stesso tempo meno salutari.

Le richieste sono state inserite nella petizione lanciata lunedì dal SISA. Ma cosa risponde il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS)? I portavoce del Dipartimento hanno riferito alla RSI che si attende la consegna delle firme “per un attento approfondimento delle rivendicazioni”. Nel frattempo il DECS ricorda che gli adeguamenti “sono stati proporzionati ai prezzi già in vigore, rimasti invariati da circa dieci anni, nonostante l’aumento dei costi delle materie prime. I prezzi delle mense non hanno invece subito variazioni”.

Le voci raccolte dai microfoni di SEIDISERA della RSI, durante il pranzo di protesta, tratteggiano il quadro della situazione. Gli studenti sottolineano il fatto che gli aumenti generalizzati non siano sostenibili per tutte le famiglie e che si sentono solidali con quanti si trovano in difficoltà economiche. Chiedono prezzi calmierati. Le alternative? Portarsi il pranzo già pronto da casa o andare al supermercato durante la pausa pranzo. Gli allievi giudicano la tematica importante: “se siamo arrivati a questo punto vuol dire che dobbiamo farci sentire, perché il problema c’è, ed è importante - sostengono, sottolineando che la protesta è anche un modo per dimostrare solidarietà “tra noi studenti” e far capire “che non tutti hanno disponibilità economiche per poter pagare 8 franchi di pranzo” in mensa, ogni giorno. O per pagare “un panino al bar 5’20 franchi”. C’è anche chi, di fronte “a un aumento di 40 centesimi su ogni prodotto” ha deciso di diminuire il numero di pasti.

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Studenti contro l'aumento dei prezzi nelle mense

SEIDISERA 05.05.2025, 18:00

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