La cerimonia che si è tenuta domenica mattina simboleggia l’allunaggio. Ma ora inizia la “vera” missione: nove studenti astronauti trascorreranno due settimane in isolamento nei cunicoli sotterranei del San Gottardo, dove è stato simulato l’habitat lunare, incluse attività extraveicolari in gallerie montane e in ambienti notturni all’aperto.
Il progetto si chiama “Asklepios” ed è guidato direttamente dagli studenti ed è stato realizzato in collaborazione con il Politecnico di Losanna. I nove studenti verranno sottoposti ad un addestramento specifico per le missioni spaziali: sono giovani di nazionalità diverse, che quand’erano piccoli, alla domanda cosa farai da grande, risposero “l’astronauta”, dimostrando poi di fare sul serio.
“Mi interesso dello spazio da quando ho memoria, da quando ero bambino. E ho sempre voluto indirizzare la mia formazione e la mia carriera in questa direzione. Ora sto facendo il dottorato in astrofisica. Quando poi ho saputo di questo progetto ho pensato: devo farlo”, afferma uno di loro, Matthew Acevski.
Medicina, ingegneria, cosmologia: le competenze richieste a un astronauta non sono bazzecole, se si considera che oltre alla fisica, serve un certo fisico, ma la prospettiva di arrivare davvero un giorno a guardare la Terra da lontano è una spinta sufficientemente forte.