“Quando si è nello spazio si guarda verso il basso si vede il pianeta blu con la vita, verso l’alto un ambiente di stelle e galassie davvero stupefacente”. Così si è pronunciato Claude Nicollier, primo e finora unico astronauta svizzero a essere andato nello spazio. Sabato è stato ospite del 29esimo Dies academicus dell’Università della Svizzera italiana, festa annuale dell’istituto, dove la RSI lo ha intervistato.
Dopo aver visto la terra dall’alto si è ancora più motivati a proteggerla
Quando gli astronauti orbitano attorno alla Terra impiegano un’ora e mezza a fare un giro completo. In un paio di giorni i membri dell’equipaggio vedono tutto quello che c’è da vedere e questo permette loro di percepire il “legame che abbiamo con il Pianeta”, ha dichiarato Claude Nicollier ai microfoni del Quotidiano. “Da quel momento abbiamo l’impressione che ci sia una grande unità tra le regioni”, ha continuato l’astronauta, “mentre sulla terra c’è conflitto”. Dopo aver visto la Terra dall’alto, l’astronauta svizzero è “ancora più motivato a proteggerla”.
“Abbiamo causato molti danni al pianeta”, ha continuato Nicollier, con “la distruzione della vegetazione, gli incendi, l’inquinamento atmosferico; quindi, non c’è alcun dubbio che abbiamo un problema serio”. Il riscaldamento climatico, creato dalla combustione dei carburanti fossili, fa preoccupare molto l’astrofisico, il quale pensa che “dobbiamo agire per evitare una catastrofe tra qualche anno o qualche decennio”. Claud Nicollier non vola da oltre 20 anni, ma i suoi giovani colleghi che sono stati sulla Stazione spaziale internazionale e che “vedono la terra dallo spazio non hanno dubbi: ci sono danni considerevoli”.
Un universo che trabocca di vita
Quando esistono condizioni favorevoli “sembra che la vita emerga spontaneamente”, anche se “non sappiamo ancora esattamente come avvenga la transizione tra materia inanimata e le prime forme di vita primitive”. “Ci sono moltissimi posti nell’universo con pianeti attorno a stelle diverse dal Sole”, ha osservato lo scienziato, “sono gli esopianeti. Ce ne sono molti simili alla Terra, circondati da atmosfera”, perciò “sono convinto, pur senza averne la prova, che ci sia vita in molti luoghi dell’universo”.
Gli studi sull’universo fanno ben sperare, ma è “chiaro che dobbiamo prenderci cura del nostro pianeta”, per questo motivo “dobbiamo continuare ad esplorare lo spazio, perché ha effetti benefici sull’umanità”.
“Bisogna ripulire lo spazio dai detriti e lo faremo”
“Non ci siamo occupati dei detriti spaziali per molto tempo”, ma adesso “ci siamo resi conto che bisogna fare qualcosa anche in questo senso”. Nello spazio il problema è ancora più ingente, perché “quando un oggetto è in orbita a 500 o 1’000 chilometri dalla Terra, la sua vita può durare diversi secoli”. Dunque, “più oggetti immettiamo (nello spazio ndr), più restano” e “quelli molto bassi ricadono per attrito, ma quelli sopra i 500 chilometri restano”, bisogna quindi “andare a ripulire lo spazio, e lo faremo”.
Finanziare la ricerca per un futuro migliore
Durante il Dies academicus si è parlato di tagli finanziari all’istruzione e alla ricerca. “Non c’è dubbio che bisogna continuare a fare ricerca”, ha rimarcato Claude Nicollier, perché “la ricerca - sia fondamentale che applicata – serve per un futuro migliore”.
Vivere su Marte “è difficile”
Elon Musk auspica da diverso tempo di colonizzare Marte, a detta dell’astronauta svizzero, però, “l’idea non è buona”, poiché “vivere su Marte sarebbe davvero difficile”. “Per qualche esploratore andrebbe bene, ma per una colonia di un milione di persone, direi di no”, ha concluso Nicollier.

All'Usi un dies di festa e... preoccupazioni
Il Quotidiano 10.05.2025, 19:00