Il Ticino ha troppe zone edificabili e deve quindi ridurle. Una necessità arrivata con l’entrata in vigore il 1° maggio 2014 della nuova Legge federale sulla pianificazione territoriale, che predilige la densificazione, ovvero uno sviluppo abitativo “verticale” rispetto a quello “orizzontale”. A cambiare le proprie norme sono chiamati tutti i Cantoni e Comuni e il Ticino è indietro rispetto agli altri. Ritardo dato anche dal fatto che l’adattamento del piano direttore doveva avvenire entro il 30 aprile 2019, ma in Ticino si è riusciti a farlo solo a fine 2022.
Alcuni Comuni ticinesi si stanno muovendo, ma ci sono ancora atti parlamentari pendenti a Bellinzona. Sarà dunque difficile che si riuscirà a cambiare i piani regolatori entro il 2026, come richiesto dal Dipartimento del territorio. Inoltre, l’esperienza di altri Cantoni mostra che in molti casi a dire l’ultima parola potrebbero essere i tribunali.

Pianificazione territoriale: il caso di Mendrisio
SEIDISERA 01.07.2025, 18:00
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A seconda della tipologia del comune, ogni abitante deve disporre di una superficie utile lorda che va da un minimo di 55 fino a un massimo di 617 metri quadrati. A livello nazionale, praticamente tutti hanno zone edificabili sovradimensionate, ma il processo di diminuzione sta avanzando. A mostrarlo è il fatto che nel 2007 l’utilizzo di superficie abitativa per persona era di 336 metri quadrati, che sono scesi a 282 nel 2022 (ultimo dato ufficiale disponibile).
Ad aver già fatto i compiti in Ticino è la Città di Mendrisio che ha presentato i risultati del lavoro di dezonamento. “Già nel 2017 Mendrisio ha attivato una procedura legata all’adozione del Piano direttore comunale per cercare di armonizzare i vari piani regolatori dei quartieri”, spiega ai microfoni di SEIDISERA il sindaco Samuele Cavadini. Questo “cercando di far sì che l’armonizzazione spingesse anche a un certo riordino e a salvaguardare quei terreni ancora non edificati che hanno un certo valore, sia dal punto di vista paesaggistico che, eventualmente, da quello della fruizione pubblica”.