Un altro pezzo di storia ticinese è scomparso sabato 1. dicembre 2018. Gianfranco Sciarini ha definitivamente fermato l'impianto di imbottigliamento della gazosa del Gambarogno che la sua famiglia ha prodotto ininterrottamente per 124 anni seguendo la ricetta originale tramandata di generazione in generazione.
"Non era solo una bibita. Era la mia vita", sottolinea il 76enne con la voce incrinata dalle fortissime emozioni che hanno accompagnato l'ultimo giorno di attività nello stabilimento di Vira dove al suo fianco c'erano la moglie Lidia e un'altra decina di amici e familiari, tra cui le nipotine Arianna di 16 anni e Iris di 6. Anche loro lì per accompagnare l'uscita delle ultime 4'500 bottiglie riempite con quello che un tempo era "lo champagne dei poveri".
Ora l'impianto di imbottigliamento si è definitivamente fermato e le gazose Sciarini non possono più essere gustate. Ma i macchinari non smetteranno di sfornare l'amatissima bevanda. Da gennaio riprenderanno a lavorare, ma in Val di Blenio dove Edo Cima darà vita a una gazosa un po' antica e un po' nuova. Nascerà a Torre, sulla base della ricetta fino a oggi usati nel Gambarogno, ma con un'acqua diversa. Si chiamerà Adula e sarà possibile gustarla dai primi mesi del prossimo anno.
L'ultima gazosa
Il Quotidiano 01.12.2018, 20:00