Ticino e Grigioni

Scuola e lavoro negati a Yekta e Zelal

Dopo il rifiuto dell’asilo, nuovi sviluppi nella vicenda dei due fratelli curdi di Riazzino - Parlamentari di vari partiti sollecitano un intervento urgente del Consiglio di Stato

  • Ieri, 20:07
03:02

Sostegno multipartitico per due ragazzi curdi

Il Quotidiano 03.11.2025, 19:00

  • RSI
Di: Il Quotidiano/gfont 

Nuovi sviluppi nella vicenda di Yekta e Zelal Pokerce, i due fratelli curdi residenti a Riazzino la cui domanda d’asilo, la scorsa primavera, era stata respinta dopo quattro anni di permanenza in Ticino. In seguito alla decisione della Segreteria di Stato della migrazione e del Tribunale amministrativo federale, i due giovani non possono più andare a scuola e al lavoro.

Negli ultimi giorni la CSIA, frequentata da Zelal, e il datore di lavoro del fratello Yekta, apprendista elettricista, hanno ricevuto una raccomandata dall’Ufficio della migrazione di Bellinzona che intimava la sospensione immediata delle loro attività. Di conseguenza, la ventunenne non potrà presentarsi a lezione e il fratello, che avrebbe dovuto sostenere gli esami finali a maggio, ha perso l’impiego.

La notizia, riportata dal quotidiano laRegione, ha spinto un gruppo di parlamentari di tutte le correnti politiche – escluso il Partito comunista – a chiedere un intervento urgente del Consiglio di Stato. Il primo firmatario, il granconsigliere socialista Maurizio Canetta, ha definito il caso ai microfoni de Il Quotidiano “una questione di profonda umanità” e ha invitato il Governo a mobilitare “competenze e coscienze” per permettere ai due giovani di concludere la loro formazione.

“Purtroppo anche per noi è un momento difficile”, ha dichiarato Tom Cantamessi, responsabile delle risorse umane della ditta Edmondo Franchini SA, spiegando che Yekta aveva seguito un bel percorso, senza bocciature, e che è stato “veramente un peccato” non lasciarglielo terminare.

La storia dei fratelli Pokerce aveva già suscitato solidarietà, anche grazie a una petizione con oltre 1’700 firme.  Ora si attende la decisione del Consiglio di Stato, chiamato a esprimersi sul ricorso ancora pendente e sulla lettera appena ricevuta dai parlamentari.

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